martedì 20 ottobre 2009

Turchese … come la costa.

- di Rita Pani (APOLIDE) -

A Portotorres ci sono operai in lotta. A Cagliari gli agricoltori bruciano balle di fieno di fronte alla sede di Equitalia, perché temono l’esproprio delle loro terre. Numerosi comitati spontanei nascono in difesa di coste ancora vergini. 525.000 metri cubi di cemento, di proprietà di marina berlusconi, stanno per colare sulla Costa Turchese, dopo anni di Resistenza e buon senso. Lavoro e prosperità per il popolo sardo? “0”. Si sa da sempre come funziona, grosse imprese italiane, lavoratori rumeni a nero, edifici che i sardi vedranno solo da fuori e da lontano, perché di solito all’inizio delle strade addobbate che portano alla ricca vita altrui c’è una sbarra che i sardi non potranno oltrepassare. Poi qualcuno ci sarà fuori, armato di macchina fotografica per riprendere un’auto dai vetri oscurati e poter giurare, mostrandola agli amici, che là dentro c’era Tizio oppure Caio.

In Sardegna il piano casa passa, nonostante i veti dei tribunali, e nonostante sia una legge palesemente peggiorativa della precedente, e siamo chiamati ancora una volta a protestare e farci ignorare, perché se è vero che esiste una Sardegna che pensa e reagisce, non è abbastanza simile alla Corsica per farsi sentire. Poi c’è l’altra Sardegna, quella che baratta una stanza in più in casa sua con qualche ettaro di costa da regalare all’invasore, quella che si è fidata di una telefonata di un millantatore e ha perso il lavoro, quella che pur sapendo che il candidato alla regione era il figlio del commercialista di berlusconi, che come regalo per la maturità ebbe una vacanza ad Arcore, lo ha votato ugualmente, sapendo che avrebbe messo la nostra terra in mano a un uomo di paglia (ma non solo di paglia). Molti di questi ora piangono, e verrebbe da dire che è bene così, che ancora è troppo poco. Anzi, se non si sapesse che persino il nucleare è una bufala creata ad arte per dirottare danari nelle tasche dei soliti noti, verrebbe da augurarsi che tocchi proprio a voi, l’esproprio delle terre, e il pericolo costante di una fuoriuscita di acqua cristallina e pura, come quella che di solito vien fuori dalle centrali nucleari, che andasse ad irrigare i terreni dei vostri parenti, o quelli di chi vi fornisce da mangiare. Ma vi salva il fatto che alla fine prevarrà la coscienza di chi protesterà anche per voi automi imbecilli.

E non è solo il piano casa, ma anche l’ampliamento delle zone militari già famose per aver regalato alla nostra terra la “Sindrome di Quirra”, i tumori leucemici, i bambini nati deformi che contribuiranno a garantirvi il sogno e la speranza che solo un santo dei miracoli come berlusconi poteva promettervi. Ci vuole un posto per testare gli aerei senza piloti, quelli che uccidono senza far rimordere la coscienza a nessun eroe. Si farà in Sardegna e porterà prosperità, lavoro e morte.

Ma è piano casa anche in Lombardia, anche se non se ne parla, e così un piccolo comune in provincia di Bergamo, riunisce il consiglio comunale (lega e pdl), in seduta ordinaria alle dodici e trenta di un sabato qualunque. C’è da approvare un articoletto nuovo per il piano casa. Si stabilirà che in una piccola zona protetta del Parco dei colli, si potrà aumentare la cubatura degli edifici presenti. All’unanimità il consiglio approva. La cucina della villa di calderoli potrà essere ampliata.


http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/2009/10/turchese-come-la-costa.html
FONTE

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