domenica 25 ottobre 2009

Il premier smemorato e il dramma dell’agenda perduta

- Lorsignori di Il Congiurato -

C’è una sola spiegazione alle gaffe diplomatiche e politiche del presidente del Consiglio degli ultimi tre giorni: ha smarrito l’agenda degli appuntamenti. Come spiegare altrimenti la clamorosa dimenticanza di mercoledì scorso? Ed era un pranzo ufficiale nientemeno che col Re di Giordania. Dicono che, pur essendo fisicamente ad Arcore, il premier fosse già, con la testa, in Russia. Anzi, i maligni sospettano che ci fosse anche con il corpo, che insomma avesse anticipato la partenza per il troppo entusiasmo, animo giovane, scordandosi dell’illustre ospite nella Capitale. Che imbarazzo, tutti i rappresentanti delle istituzioni erano in fila al Quirinale per presentarsi al sovrano quando è arrivata la telefonata: «Il presidente Berlusconi si scusa, ma... il torcicollo».Chissà se i tre giorni nella dacia hanno avuto un effetto benefico. Di certo nemmeno l’efficientissima intelligence russa è riuscita a scoprire dov’era andata a finire quella maledetta agenda. E così ieri, il premier si è scordato del Consiglio dei ministri benché all’ordine del giorno ci fosse la riforma dell’università, tanto cara a Maria Stella Gelmini. Ma niente, se n’è dimenticato. Colpa dell’agenda, ma anche della dacia.E di Putin. Che gli ha regalato un eccitante fuoriprogramma mettendolo alla guida di un aereo anfibio dei servizi segreti. È stato dall’alto del cielo di San Pietroburgo che Berlusconi ha visto la neve? Probabile. Perché da terra non l’ha vista nessuno. Solo un po’ di rada pioggerellina.Ma va detto che la finta tempesta è servita a rimandarne una vera, tutta politica, che il ministro Tremonti avrebbe scatenato al rientro del premier in Italia. E che tempesta! le dimissioni in segno di protesta per l’ennesima sconfessione, quella sull’Irap. L’incarico di calmare la turbolenza meteo-ministeriale è stato affidato a Bossi.Quanto durerà? «In Italia la situazione è confusa», dicono i sempre più allarmati report Usa. E aggiungono che la politica energetica del governo Berlusconi è ormai un problema perché renderà l’Europa sempre più dipendente della Russia di Putin. Ma a Washington - dove la stima nei confronti di Gianfranco Fini è molto alta - sono scettici, per ora, sulla possibilità che nel parlamento italiano ci siano i numeri per un governo diverso.


http://www.unita.it/rubriche/lorsignori/90194
FONTE

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