martedì 20 ottobre 2009

Il silenzio è colpevole

- di Ella Baffoni -

Non è più tollerabile. Per me, almeno. Vedo che a Roma invece si tollera, invece. Eppure ogni giorno c'è un'aggressione a gay o a immigrati, un'escalation orribile, insensata e impunita. Abbiamo un sindaco fascista, ce ne dobbiamo fare una ragione. Ma questa roba una ragione non ce l'ha, se non con il senso di impunità di cui le squadracce - che siano o no politicamente organizzate è poco interessante - in azione nella capitale godono. E per forza: quando il sindaco - che a parole condanna gli aggressori - si circonda dei "suoi", i vecchi amici del Fronte della gioventù sempre in bilico tra legalità e eversione, lancia un messaggio inequivoco: io sono quello di allora, andate avanti ragazzi.

Così almeno lo interpretano i giovani che fanno i loro simpatici raid, sicuri di aver aderenze anche al ministero dell'Interno se non più su. Di chi è amico quel simpatico grassone vestito di bianco che esibisce "Faccetta nera" sul telefonino, con tanto di svastica? Gay anche lui, forse, ma non rischia nessuna aggressione, al sicuro com'è sotto il mantello dei potenti, dei potentissimi: come nel ventennio.

L'epidemia di gesti omofobi e razzisti continua, per carità di patria non citerò l'ultima vergogna parlamentare che dà esca (con la responsabilità attiva della Chiesa) a gente già infiammata. Quel che mi sembra intollerabile è che la ridda di aggressioni cade leggera su un popolo romano che ha dimenticato di essere "civis".

Del resto passa tutto in cavalleria. Roma è sporca, molto più sporca di prima. Sono stata recentemente a Istanbul, che viene spazzata a suon di ramazze, non dai camion meccanizzati, ma è molto più pulita di Roma. Il traffico è una disperazione. E la vita culturale agonizza. Un pietoso velo sull'estate romana, il bidone delle rievocazioni futuriste sembra esaurito e non c'è all'orizzonte un bidone nuovo da sostituirgli - segno che, come il razionalismo in architettura, quella creatività nasceva lontano dal marchio del fascismo. La festa del cinema è stata ripescata dal cestino in cui il sindaco l'aveva ficcata per le proteste di distributori e produttori, e ne mostra la pesante zampata. La presidenza del Palaexpo (che gestisce Palazzo delle esposizioni, Scuderie del Quirinale, Casa del cinema e del jazz) è stata consegnata a Emanuele Emanuele, presidente della Cassa di risparmio di Roma. Per indubbi meriti culturali, immaginiamo, mica per l'incremento del contributo bancario all'azienda speciale Palaexpo. Le banche comprano, è il loro mestiere. Il guaio è che il Sindaco mette in vendita la cultura. Dimostrando che non ce l'aveva nemmeno prima.


http://cittaecitta.blog.unita.it//Il_silenzio___colpevole_679.shtml
FONTE

Nessun commento:

Posta un commento