- di Rita Pani (APOLIDE senza se e senza ma) -
Per carità, noi poi siamo bastardi, e ci piace curvare l’angolino della bocca. Che sia un Trans, o una Escort, sempre di Ford si tratta. Solo che mi pare chiaro un unico concetto: non si devono dimettere, dobbiamo dimetterli a suon di forconi. A me personalmente non mi allontana dalla politica sapere che il “più pulito ha la rogna”, semmai il contrario: diventa per me esortazione a non votare mai più col naso turato, il meno peggio.
Indiscrezioni sconvolgenti, leggo oggi in un articolo. Sconvolgente è per me non leggere della manifestazione di ieri a Roma, nella quale cento o centocinquanta mila persone hanno bloccato la città. Erano insegnanti, operatori della sanità, e persino i nostri eroi: i vigili del fuoco; uniti da sindacati di cui a stento si sente parlare, e dei quali non si ricordano nemmeno a memoria le sigle.
E’ sconvolgente che per dar spazio a notizie quotidiane di puttane, trans, cocaina, pioggerellina di marzo che pare tempesta, quasi non si sappia delle migliaia di calabresi che oggi manifestano ad Amantea, perché vorrebbero sapere di che morte stanno morendo.
Sconvolge apprendere che una vicenda come quella di Diabolik e Eva Mastella, si sia ridotta alla classica cronaca di una persecuzione giudiziaria di un paese sovvertito da giudici comunisti.
E’ impensabile che noi, semplici elettori, non sappiamo più far valere il nostro diritto di cacciare chi sbaglia, dai posti di potere che comunque col nostro voto, cosciente o meno, abbiamo distribuito. Che sia per mafia, per peculato, per mignotte di ogni genere sessuale, ci si presentano baldanzosi: “No: non mi dimetto.” Sono sempre illazioni, persecuzioni, mire golpistiche di comunisti.
Per questo scrivevo, urge dimetterli a calci in culo, ripristinare un minimo di senso etico e morale, secondo il quale, chi ruba va in galera, chi è mafioso ci fa col 41 bis, e ad ognuno il giusto pegno per il reato commesso.
E un pensiero anche per la tanto agognata libertà di stampa: è importante sicuramente sapere che genere di debosciati abbiamo messo a governare la cosa pubblica, ma se tra l’articolo su una puttana, e quello su un trans, ci infilassimo tutto il resto, dalla crisi economica reale ossia quella descritta da chi la crisi la vive, alla tragedia quotidiana vissuta da ex lavoratori, forse riusciremo finalmente ad avere non solo la libertà di stampa, ma anche la libertà di riprenderci il mal tolto: l’orgoglio di poterci dichiarare italiani senza arrossire dalla vergogna.
http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/2009/10/io-voto-forcone.html
FONTE
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domenica 25 ottobre 2009
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