martedì 20 ottobre 2009

I social network per il governo 2.0

I social network come strumento per un rapporto più diretto con la cittadinanza: l’evoluzione della comunicazione politica, mediante l’applicazione delle tecnologie offerte dalla Rete, sviluppa un approccio di democrazia partecipata, che potenzialmente può rovesciare il tradizionale rapporto gerarchico tra amministratori ed elettori. Le opportunità delle reti sociali sono pressoché infinite: dall’utilizzo ludico all’impiego come mezzo di lavoro, esse sono un simbolo identificativo dell’era post moderna. Tuttavia, un elemento comunicativo rischia di essere trascurato: la possibilità di superare la crisi di partecipazione alla vita politica, accrescendo la velocità della condivisione delle scelte, attraverso il ricorso ai social network, sia generalisti (Facebook, Twitter) che specializzati (relativi a nicchie di interesse).
L’applicazione è senza dubbio più immediata nelle amministrazioni locali: il sindaco di un Comune può diventare costantemente reperibile dalla cittadinanza per la segnalazione di problemi; con il contatto diretto, dunque, si evita la trafila burocratico di fissare un appuntamento con il capo dell’amministrazione per denunciare una situazione e attivare le adeguate soluzione. Un processo farraginoso che finisce per scoraggiare l’elettore a prendere parte attiva nella vita politica della sua comunità: in tal senso risulta più comodo addossare le responsabilità agli organismi preposti al governo del territorio, con il conseguente danneggiamento dell’immagine degli attori politici.
L’accelerazione delle procedure per la segnalazione delle problematiche, invece, invoglia il cittadino ad assumere un ruolo dinamico all’interno del contesto sociale in cui opera; inoltre, riesce a instaurare un legame diretto con il proprio rappresentante istituzionale, magari apprezzando le virtù umane oltreché politiche. Le reti sociali, insomma, mettono a disposizione un prezioso arricchimento del concetto condivisione, sempre più decisivo in una fase storica di grande difficoltà per la democrazia rappresentativa con un evidente distacco tra amministratori e amministrati (su tutti i livelli, a partire dai Comuni per giungere al governo nazionale).

Sotto il profilo della comunicazione, l’attore politico può beneficiare di un meccanismo di feedback sulle decisioni assunte dagli organismi deliberanti: il gradimento per qualsiasi iniziativa può essere misurato con la discussione on-line, dalla quale possono emergere elementi di spunto importanti, acquisendo una visione di insieme necessaria in merito alla gestione di una comunità. I cittadini, in tale direzione, assurgono al ruolo di “sentinelle del territorio”, in grado di relazionare alle autorità istituzionali le difficoltà della zona e delle aree. Essi, in sostanza, condividono l’amministrazione del bene pubblico, approdando a una modalità di governo 2.0. È scontato, comunque, che la deliberazione finale spetta alle persone elette per assumere le decisioni, rifuggendo dal pericolo che il contatto diretto con gli amministrati assuma la forma della sondocrazia istantanea che effettua impropria pressione sugli organismi deliberanti. Il confronto, quindi, deve essere finalizzato a un arricchimento e non a un condizionamento: un sindaco ha il dovere di compiere scelte impopolari se le ritiene necessarie; anzi con la Rete può spiegare le motivazioni, anche tecniche, della decisione.

Gli strumenti pratici per istituire il dialogo sono numerosi. Nondimeno, la creazione di un social network specializzato sulla città appare la soluzione più congrua, in quanto evita la dispersione insita nei mezzi generalisti. Accanto alla costruzione di una prodotto apposito, però, è possibile innestare una serie di dispositivi utili ad accrescere l’interrelazione: il blog, che trae continuo giovamento dalla sviluppo e la diffusione delle reti sociali, può diventare un ulteriore luogo di incontro e di espressione della comunità, in cui ampliare il dibattito senza limitarsi a poche righe di denuncia dei problemi o al confronto in chat (che talvolta può diventare disorganico). Una pagina dedicata alla proposte, difatti, permette all’elettore di sentirsi parte integrante delle scelte, o almeno della discussione: un capovolgimento totale dell’attuale scenario, nel quale il cittadino avverte un continuo distacco dalle leggi che modificano la sua vita.

Fonte: http://www.sferapubblica.it/dblog/articolo.asp?articolo=1322

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