- di Sonia Alfano -
Diciamoci la verità, finita la sbornia per la festa in onore della sentenza della Corte Costituzionale, dobbiamo comunque ammettere che un merito il famigerato Lodo Alfano lo ha senz’altro prodotto, quello di aver trasformato un popolo di commissari tecnici della nazionale in un popolo di esimi costituzionalisti.
Infatti, è da settimane che in Italia non si parla d’altro, di lodo, consulte, giudici di nomina parlamentare e quelli di nomina presidenziale.
Ovunque tu vada, finanche dal salumiere mentre sei in attesa che ti affettino i tuoi due etti di prosciutto cotto, ti può capitare, ad esempio, di sentire due signore che disquisiscano tra loro: “ma la Consulta nel 2006 quando fu del Lodo Schifani non gli e lo aveva detto a Berlusconi che avrebbe dovuto usare il 138” e l’altra di rimando: “e sì, è stato un colpo basso dei soliti giudici di sinistra, sono quelli nominati da Napolitano lo hanno detto in Tv”.
Lì per lì, distrattamente, ho pensato che parlassero di un nuovo o un vecchio modello della Fiat.
Poi, invece, facendo mente locale sulle parole profuse da quelle due forza-italiote, ho capito che stavano parlando dell’articolo 138 della Costituzione, sì proprio lui questo sconosciuto, almeno fino a qualche settimana fa.
Oggi, invece, è sulla bocca di tutti, il centotrentotto, il salvatore della Patria, il nuovo eroe del popolo italiano, o almeno per una parte di esso.
Che poi non è altro che il penultimo articolo della nostra Carta Costituzionale.
Quello che impone una procedura aggravata per le leggi costituzionali e di revisione costituzionale. Per dirla in breve: due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi che devono essere approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione e bla… bla… bla… bla… bla… bla…
Insomma, in una sola notte da perfetto sconosciuto, da penultimo della classe è diventato il più famoso articolo della nostra Costituzione, altro che articolo 27, 32 e 68.
E dire che il ministro della Giustizia quasi non lo conosceva e si è pure affrettato a rispondere al question time di Porta a Porta, ormai più importante di quelli desolati del Parlamento, che se lo avesse saputo prima il suo Lodo lo avrebbe approvato con sto cavolo di 138.
Ma caro ministro, non te lo doveva mica dire la Consulta che avresti dovuto usare una legge di revisione costituzionale, quando con un decreto legge, in una notte di mezza estate, pretendi di sovvertire mezza Costituzione, attribuendo immunità e impunità a tutto spiano, è chiaro che devi usare una legge di revisione costituzionale, di che ti meravigli?
Queste cose nelle università italiane, è tradizione che si studino già al primo anno di Giurisprudenza; anzi, mi permetto di ricordarvi a Voi del Governo, che qual’ora vi venisse in mente che so di cambiare la forma di Stato, o magari di reintrodurre la monarchia (con a capo l’Imperatore Silvio Primo il Breve, Principe di Arcore, Gran Duca di Berlusconia, Marchese della Loggia di Palazzo Grazioli, Veterano decorato della Guerra di Segrate e Gran Putt…di Villa Certosa) al posto della Repubblica.
Ecco, vi avverto fin d’ora, nel caso che non lo sapeste e per evitare poi successive meraviglie, che neanche questo si può fare perché quei gran cattivoni e dispettosi dei nostri padri costituenti, nel lontano 1947, erano in vena di scherzi e per impedire, che qualcuno 60 anni dopo (magari un ometto autodefinitosi “il più grande statista di tutti i tempi”), ci provasse lo hanno espressamente vietato in un articolo della Costituzione.
Il 138? No il 139, l’ultimo articolo della Costituzione. È proprio vero che a volte “gli ultimi saranno i primi”.
http://www.soniaalfano.it/content/due-etti-di-lodo-ben-cotti
FONTE
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mercoledì 21 ottobre 2009
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