giovedì 8 ottobre 2009

Attacco all'Articolo 21 della Costituzione

Le fauci del mostro che ci governa vogliono fagocitare anche l'Articolo 21, modificandolo e rendendolo un 'articolo ad personam' (naturalmente la persona è sempre Berlusconi).
Ecco in sintesi la storia di quello che sta succedendo intorno a questo Articolo 21.
In un primo tempo, addirittura, c'era stata una proposta per un miglioramento. Un'iniziativa presentata alla Camera il 22 luglio 2009 dal deputato Pino Pisicchio (Idv), poneva, dopo il primo comma dell'articolo 21, un'integrazione capace di porre un limite allo strapotere di Berlusconi e di vietare qualsiasi attività politica nazionale a chiunque possedesse una rilevante influenza sui mass media. La modifica di Pino Pisicchio così recita:
'La Repubblica tutela il diritto all'informazione garantendo il pluralismo delle fonti e la loro imparzialità, stabilisce limiti alla concentrazione e vieta posizioni dominanti di imprese che producono informazione a livello nazionale, regionale o interregionale. È fatto divieto a chi esercita una rilevante influenza nelle proprietà o nella gestione dei mezzi di informazione nazionali di ricoprire il mandato parlamentare, cariche di governo o relative ad alte magistrature dello Stato'.
Ma dobbiamo amaramente informarvi che esiste un'altra proposta di modifica dell'Articolo 21. Il senatore Andrea Pastore (Pdl), il 9 settembre scorso, ha presentato la 'sua' iniziativa parlamentare, cofirmata da 39 senatori, di cui 37 del Pdl.
L'integrazione proposta da Andrea Pastore prevede il 'divieto di pubblicazioni lesive della dignità della persona e del diritto alla riservatezza'.
Avete tutti capito che una simile integrazione deforma completamente il senso stesso dell'Articolo 21 che, invece, dovrebbe tutelare il diritto alla libertà di espressione.
Quale delle due proposte diventerà legge, secondo voi?
Se 'passerà' la proposta dell'Idv, Berlusconi non potrebbe varcare la soglia dei palazzi romani, se non come barista alla buvette. Se invece verrà accolta la proposta del Pdl, significa che il governo potrà dare il via alle azioni di palese censura e di chiusura dei giornali 'scomodi' (di mussoliniana memoria), di internet e di ogni manifestazione tesa a criticare le malefatte del governo.
Criticare le malefatte di un governo, di per sè, non dovrebbe essere reato, neppure secondo il testo proposto da andrea Pastore. Ma Berlusconi sa benissimo che le azioni del SUO governo sono il riflesso dei suoi pensieri e delle sue istanze private; ecco perché esprimere liberamente critiche sull'azione di governo corrisponde a ledere la dignità della sua persona e della sua riservatezza. Berlusconi diserta un appuntamento ufficiale? Cercatelo! Sarà certamente con qualche mignotta! C'è andato? Allora teniamoci pronti per un'ennesima figuraccia davanti al mondo!
Certo... c'è da dire che se Berlusconi fosse una persona seria, dignitosa e normale, se avesse davvero a cuore le buone sorti del Paese (e la smettesse di plasmare la Legge e la Costituzione sulle sue esigenze personali), probabilmente questa proposta di modifica non avrebbe visto neppure la luce.

Fonte: http://italianimbecilli.blogspot.com/2009/10/attacco-allarticolo-21-della.html
FONTE

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