lunedì 10 agosto 2009

Reset della politica...

Un certo Einstein sosteneva, con grande ragione, che per gli uomini comuni è molto più semplice distruggere un atomo che un pregiudizio. Più mi avventuro nella politica, più mi appassiono alle vicende che hanno investito il nostro paese negli ultimi 100 anni e più mi rendo conto di quanto, in questo convulso, fascinoso e vibrante secolo, si sia fatto via via largo un approccio ideologico sempre più carico di preconcetti e fondamentalismi ideologici. A questo si aggiunge la distorta percezione della cultura che un grande mezzo quale internet ha contribuito a diffondere (non basta leggiucchiare qualche biografia su wikipedia o qualche blog "attivista" per potersi dire esperti di una materia). L'arroganza che affianchiamo ai nostri politici poi diviene immediatamente la nostra migliore amica quando, ad essere messe in dubbio, sono le nostre convinzioni e i nostri totem ideologici.
Ho assistito a strenui difese di Guido Bertolaso da parte dei votanti per il Pdl che mi propinavano decine di link all'elenco dei vari titoli/patacche ottenuti dal commissario favorito di Berlusconi (le lauree honoris, le onorificenze ecc...) e che poi, interrogati sul reale e concreto operato di Bertolaso, non sapevano assolutamente rispondere. Ho letto commenti di una faziosità intollerabile rivolti a Marco Travaglio che, in uno dei suoi articoli, ha osato colpire un simulacro della sinistra pura e a quanto pare intoccabile come Niki Vendola (fin quando Marco spara a zero su Berlusconi è un gran giornalista, se osa commentare gli errori della sinistra allora è un incompetente).
Queste stesse persone, abili nel predicare umiltà e pacatezza quanto nell'utilizzare superbia e saccenza per difendere le proprie archeologiche idee, sono le stesse che poi sfilano in piazza utilizzando ancora simboli come la falce e il martello; che parlano ancora di comunismo o, dall'altra barricata ideologica, di fascismo. Dividi et impera, dicevano i latini e, mai come in questo periodo d'eterogenee sfumature e di relativismo stordente, gli italiani sono divisi, arroganti, litigiosi e ancora disperatamente ancorati a politiche di gestione ammuffite, storicamente fallite e superate.
Nessuno di questi signori si chiede come mai, ad oggi, i paesi rimasti fermi agli anni 40/50 del nostro secoloo, siano tutti o quasi sotto regimi fascisti o comunisti. Si illudono, forse, di poter instaurare un "diverso comunismo" o un "nuovo fascismo" potenzilamente riapplicabili all'attuale struttura sociale. Ora io posso capire chi oggi ha 50/60/70/80 anni ed è un nostalgico comunista o un apologista del fascismo ma, porca miseria, sentir parlare i 20enni come piccoli Stalin o come aspiranti Mussolini, non può che lasciar depressi e sconfortati.
Siamo così poveri di idee e spirito d'innovazione da doverci aggrappare a para-ideali allettanti sulla carta ma disastrosi se applicati pragmaticamente? Siamo così creduloni da illuderci che, il comunismo duro e puro, possa essere applicato nel nostro paese con successo o che, un ritorno al fascismo, porterebbe più "ordine" e "legalità"? Possiamo accontentarci, noi generazione presente, di scavare, mitizzandolo, in un passato fondamentale da ricordare ma, secondo tutti i maggiori storici ed intellettuali della nostra epoca, impossibile (e dannoso) da ricostruire? Possiamo dirci "giovani politici" e urlare a chi come me dice di volersi un giorno candidare che:"Se non sei già potente ed in grado di fare favori a migliaia di persone non prendi nemmeno mezzo voto"?
Soprattutto, cari amici lettori, possiamo limitarci a questo isterico ed egocentrico attivismo da tastiera che a nulla porta se non a qualche "bravo, bel pezzo". Se chi vuole fare una politica nuova che si basi sulle idee, sullo studio matto e disperatissimo del sostrato sociale, sui meriti e sull'entusiasmo giovanile viene schernito, allontanto e "ghettizzato" in questo modo, per il nostro tanto auspicato "futuro migliore", quante speranze ci sono? La politica pulita e veramente innovatrice non la si fa con il clientelismo, con l'attaccamento miope ed odioso ad ideali vecchi e falliti, con la ripetizione inconsapevole di qualche manualetto imparato a memoria o la presentazione di qualche link wikipediano...la nostra epoca ha bisogno della sua rivoluzione e non può, a mio modestissimo avviso, accontentarsi di scimmiottare quelle passate. Cominciamo con lo staccarci dal vecchio e dall'ammuffito, con il confrontarci senza pregiudizi e senza prese di posizione automatiche...cominciamo, sopra ogni altra cosa, a comprendere che il male non è cambiare idea (o idee) ma fare questo cambio per convenienza e non per umile e consapevole ammissione di svista! Cominciamo a distruggere il sillogismo automatico sinistra=bene e sviluppo e destra=male ed immobilismo...cominciamo, in ultimo, ad organizzare grandi meeting dove parole, respiri, gesti ed idee si fondano all'insegna del contatto umano. Io ho già diversi programmi in mente...e voi?

di Germano Milite
FONTE

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