venerdì 21 agosto 2009

Governo di unità nazionale per la Terza Repubblica

Rocco Di Rella

All’inizio degli anni Novanta, subito dopo la caduta dell’Impero Sovietico (avvenuta nel dicembre del 1991), gli italiani chiedevano un profondo cambiamento del modo di gestire la Cosa Pubblica.

L’opinione pubblica non tollerava più gli sprechi e la corruzione che, nel corso dei decenni, era stata costretta a sorbirsi in nome dell’anticomunismo.

Di questa domanda di pulizia e di efficienza nella gestione delle pubbliche risorse si fecero interpreti i magistrati con le loro inchieste giudiziarie contro la corruzione, il movimento referendario con le sue interessanti proposte di riforma del sistema politico e la Lega Nord con la sua fumosa ed equivoca idea di federalismo.

A distanza di una quindicina d’anni, resta ben poco di quelle forze che potevano innescare una rigenerazione della classe dirigente italiana.

L’orda berlusconiana ha messo la briglia ai magistrati che reprimevano i fenomeni di corruzione. Il movimento referendario è stato sconfitto dagli appelli all’astensione e da una controriforma elettorale che ha cancellato i collegi uninominali e i voti di preferenza e, con le liste bloccate, ha ulteriormente rafforzato la partitocrazia. La Lega Nord ha definitivamente gettato la sua maschera federalista e mostra tutto il suo abominevole volto secessionista.

Questo cumulo di macerie e di speranze tradite disvela il totale fallimento della cosiddetta seconda repubblica, del berlusconismo, che ne è stato il fondatore, e di una sinistra confusa e litigiosa che ha velleitariamente tentato di essergli alternativa.

Se alla sinistra è imputabile un irrefrenabile ed inconcludente istinto suicida, al berlusconismo vanno imputate la guerra alla magistratura, l’approvazione di una legge elettorale semplicemente orrenda, la mancata riforma delle istituzioni e la non riuscita integrazione della Lega Nord nel sistema politico nazionale.

Bastano questi enormi fallimenti, uniti alle mancate riforme in campo economico e sociale, a sancire la fine sostanziale del quindicennio berlusconiano. La fine formale del regime berlusconiano è alle porte, ma non sappiamo come e quando si manifesterà.

E’ pertanto necessario iniziare ad interrogarsi su ciò che è desiderabile che accada dopo il definitivo pensionamento del Capocomico di Arcore.

A garanzia dell’onestà dei rappresentanti parlamentari s’imporrebbe l’immediata approvazione della proposta di legge, fatta da Grillo e Di Pietro, che prevede l’ineleggibilità di tutti coloro che hanno riportato condanne penali definitive.

Il buon funzionamento delle istituzioni richiederebbe un parlamento monocamerale (e la conseguente soppressione del Senato della Repubblica) e un sistema elettorale a doppio turno assai simile a quello che regola l’elezione dei sindaci e dei consiglieri comunali. Una sola Camera delibererebbe molto più velocemente delle due attuali; una legge elettorale a doppio turno, possibilmente accompagnata da uno sbarramento al 4-5%, consentirebbe la formazione di maggioranze parlamentari più coese ed omogenee, non più ricattabili da forze politiche estremiste come la Lega Nord o Rifondazione Comunista.

L’auspicata maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali, poi, necessiterebbe di una riforma del sistema di finanziamento dei Comuni che tenda a renderli finanziariamente autosufficienti. L’unico federalismo fiscale attuabile, infatti, non può che essere circoscritto al solo ambito comunale, soprattutto perché il fastidioso e ventennale cicaleccio leghista su questa materia non ci ha mai fatto intendere i motivi dell’eventuale concessione dell’autonomia impositiva alle sopprimende province e non ci ha mai detto che, se attuato a livello regionale, il federalismo fiscale accentuerebbe le disuguaglianze nella tutela dell’universalistico diritto alla Salute.

Insomma, ce n’è abbastanza per ipotizzare la nascita di un governo di unità nazionale che, dopo l’ormai inevitabile caduta del Caimano, faccia, nell’arco di un anno, quelle tre-quattro indispensabili riforme irrealizzate nell’ultimo quindicennio, agevoli il ritorno della razionalità e della serietà nell’arena politica, renda l’ITALIA più simile alle altre democrazie liberali occidentali... E ci liberi da puttanieri e sbevazzatori secessionisti.

fonte: http://www.agoravox.it/Governo-di-unita-nazionale-per-la.html
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