giovedì 27 agosto 2009

Per tornare ad essere controcorrente

Prendo spunto da un articolo uscito a firma Romano Prodi su il Messaggero del 14/08 per dire la mia sul riformismo e gli errori della sinistra.

Il professore scrive quello che ho sempre pensato quando indica i molteplici errori della Terza via ispiratasi al New Labour di Tony Blair, indicando l’Ulivo come espressione italiana di quel tentativo riformista in risposta al conservatorismo degli anni 80: “Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti.”

Oggi anche Prodi si accorge dell’assoluto fallimento della terza via e del blarismo che ha contribuito a produrre “una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale.”

Il professore sembra cogliere, meglio tardi che mai, tutti i gravi difetti della sinistra mondiale e della “sua” sinistra italiana. La sinistra riformista non ha mai messo in discussione quei modelli che hanno creato i danni che la società contemporanea sta vivendo (più diseguaglianza, mancato rispetto dell’ambiente, lotta ai poveri, etc..).

Prodi suggerisce la tortuosa strada da seguire: “Per vincere i riformisti debbono elaborare nuove idee e nuovi progetti
su tutti i temi elencati in precedenza. Ribadendo con forza il ruolo dello Stato come regolatore di un mercato finalmente pulito. Approfondendo i modi e gli strumenti attraverso i quali i cittadini abbiano uguali prospettive di fronte alla vita. Rinnovando il funzionamento del sistema scolastico, della ricerca scientifica e del sistema sanitario. Ripensando al grande processo di superamento del nuovo nazionalismo politico ed economico con una forte adesione agli obiettivi di coesione europea e di solidarietà internazionale. Non avendo paura di denunciare i tanti aspetti riguardo ai quali il capitalismo deve profondamente riformarsi. Non accontentandosi di mostrare un giorno la faccia feroce e il giorno dopo un viso sorridente verso gli immigrati, ma preparando una organica politica di legalità ed accoglienza.”

Prodi giudica questo compito difficile e controcorrente e penso che stia pensando all’Italia perchè, come scrive anche lui, la crisi economica sta permettendo, nel mondo, che ad imporsi siano proprio le idee di un nuovo riformismo democratico: Obama, in primis, nonostante le enormi difficoltà.

L’Italia ha bisogno di questa svolta e la sinistra italiana deve tornare ad essere controcorrente, critica, contro questo capitalismo del libero mercato. Potremmo farcela?

fonte: http://marcocavallero.wordpress.com/2009/08/26/per-tornare-ad-essere-controcorrente/

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