venerdì 21 agosto 2009

Sgarbi siciliani

l mitico sindaco di Salemi torna all’assalto dell’energia pulita: l’eolico uccide l’agricoltura.



Ormai lo sappiamo tutti: Sgarbi è una colonna portante della lobby anti-eolico…

Le iniziative del sindaco di Salemi contro questa fonte rinnovabile, ma anche contro le altre, ormai non si contano.

L’ultima è fresca di oggi: una lettera aperta al ministro dell’Agricoltura Zaia in cui Sgarbi afferma, in buona sostanza, che gli impianti di energia rinnovabile, modificando (struprando, come dice lui) il paesaggio romperebbero definitivamente il legame tra agricoltura e cultura siciliana.

Cito qualche brano della lettera: “Arrivato in Sicilia, mi sembrò, più che altrove (ma lo si può dire anche del Piemonte e della Toscana) evidente il nesso fra cultura e agricoltura. Istituii così un assessorato competente. Intorno a questo tema centrale, con ottimi risultati, e con una vera impresa rivoluzionaria nella salvaguardia delle tradizioni, si era mosso Carlo Petrini. Il suo sforzo straordinario ha rappresentato l’unico vero progresso nella tutela del patrimonio culturale negli ultimi vent’anni. Ora, in Sicilia, la situazione è molto peggiorata, e lo stato di emergenza paragonabile a quello di un dopo terremoto“.

Già da queste poche righe si intuisce come Sgarbi faccia il sindaco in Sicilia, ma di Sicilia non capisca assolutamente nulla.

Partiamo dal fatto che nessuno ha mai capito realmente perchè Sgarbi sia venuto a farsi eleggere da queste parti: di democristiani locali ne abbiamo avuto, e ne abbiamo ancora oggi, a bizzeffe. Il democristiano d’importazione proprio non ci serviva…

Fatto sta che è venuto e si è fatto eleggere.

Il legame tra agricoltura e cultura: non credo che Sgarbi si sia mai sporcato più di tanto i piedi di terra, altrimenti avrebbe notato che nelle nostre campagne da anni si parla solo arabo e, recentemente, anche romeno.

Siciliano assai poco: l’agricoltura ormai i giovani siciliani l’hanno abbandonata da un pezzo.

Troppa fatica, troppe spese, pochissime entrate.

E poi c’è il gelo, la grandine, le virosi…

Non mi risulta, ma non risulta proprio a nessuno in realtà, che vi sia un collegamento diretto tra abbandono delle campagne ed energie rinnovabili che, dice Sgarbi, “hanno stravolto l’agricoltura“.

Palle, balle, bufale, insomma… minchiate. Perchè, semplicemente, ciò che dice Sgarbi è falso, non è vero.

Per tutta una serie di motivi: le energie rinnovabili prediligono i terreni marginali, cioè incolti e abbandonati da decenni. Se non secoli.

Perchè sono molto più economici, perchè sono molto più comodi, perchè sono nascosti e quindi protetti.

Sgarbi ha mai letto un contratto d’affitto per un parco fotovoltaico o eolico? Ha la minima idea di quanto renda affittare la propria terra a chi ci vuol fare sopra un impianto di energia rinnovabile?

Poco, molto poco: si guadagna poco (nell’ordine di 2000-5000 euro ad ettaro, in base a vari parametri) all’anno per vent’anni. Questo è il contratto tipo.

Si guadagna poco ma non si spende nulla: sono soldi gratis, perchè tanto, nella migliore delle ipotesi, erano terreni che si affittavano agli allevatori per farne pascolo o foraggio.

Allora, a meno che Sgarbi non sia amante delle pecore e delle vacche, non ha alcun motivo di preoccuparsi: nessuno si toglierà mai un terreno che rende veramente se coltivato a vino, serre o arance, affittandolo per vent’anni (spesso e volentieri con la clausola “più dieci“).

Ma Sgarbi afferma di voler difendere l’agricoltura tipica siciliana, quella che fa cultura, quella stile “slow food“.

Perchè, allora, il noto personaggio politico non dice una parola (e non l’ha mai detta, se non di passaggio e sotto forte sollecitazione) sugli immensi danni ambientali causati per decenni dagli impianti che producono energia da fonti tradizionali?

Non mi risulta che Sgarbi abbia mai fatto o richiesto uno studio storico-economico-sociologico sulle coltivazioni tipiche della Piana del Signore di Gela prima dell’arrivo del petrolchimico.

Non mi risulta che Sgarbi abbia mai fatto o richiesto una protezione particolare per le smerge, pesche dolcissime, tipiche e storiche (queste sì) del comprensorio della Valle del Mela, dove insiste una raffineria, una centrale ad olio combustibile e a breve arriverà una centrale di ricompressione del gas naturale proveniente dai futuri rigassificatori di Porto Empedocle e Melilli-Priolo.

Non mi risulta che Sgarbi abbia mai fatto o richiesto uno studio sull’abbandono delle attività di pesca costiera (questa sì, storica) in aree come la rada di Augusta.

Non mi risulta che Sgarbi si sia infastidito del fatto che nell’agro di Priolo, se passi con il trattore e non stai attento, rischi di forare una tubatura facendo uscire ettolitri di petrolio.

Mi risulta, invece, che Sgarbi abbia lottato, e continui ancora a lottare, contro i mulini a vento.

http://net.essenzialeonline.it/perfortunasonosiculo/2009/08/20/sgarbi-siciliani/
FONTE

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