mercoledì 5 agosto 2009

Lo Spauracchio del Razzismo per Allontanare la Verità

Combattere davvero il razzismo richiederebbe anche di non evocarlo a sproposito. È proprio questo invece ciò che è avvenuto nei giorni scorsi di fronte alla mozione con cui il Consiglio provinciale di Vicenza ha invitato a non assegnare a dei meridionali i posti di preside disponibili in Veneto. Il fatto che la mozione fosse stata approvata sostanzialmente all' unanimità (dunque con il voto anche dei consiglieri del centrosinistra) non è bastato a indurre a qualche prudenza dirigenti del Pd come Anna Finocchiaro e Beppe Fioroni, che subito hanno tuonato contro il pericolo razzista. Un pericolo, peraltro, denunciato anche dal governatore della Regione Veneto Galan. Da parte sua una commentatrice solitamente accorta come Miriam Mafai ha invitato, dalle colonne della Repubblica, a prepararsi al peggio, delineando il fosco scenario di un' Italia in cui presto saranno cacciati dalle scuole del Nord non solo i presidi ma anche tutti gli insegnanti «nati al di sotto della linea del Po». Ma questi discorsi si reggevano su una premessa falsa. La mozione del Consiglio provinciale di Vicenza, infatti, traeva origine dalla situazione creatasi dopo l' ultimo concorso per dirigenti scolastici di qualche anno fa. In tale concorso, che si svolgeva (giusto o sbagliato che fosse) a livello regionale era consentito alle commissioni di rendere idoneo un numero di candidati superiore solo del 10% al numero dei posti disponibili. In alcune regioni del Sud, però, le commissioni hanno generosamente distribuito le idoneità senza rispettare questo vincolo. Il concorso e il relativo posto di dirigente scolastico erano a livello regionale. Ma le centinaia di idonei del Sud hanno poi ottenuto una leggina che consente loro di occupare posti in qualunque altra regione (in particolare in quelle che non hanno altri idonei disponibili avendo rispettato le norme del suddetto concorso). Come ha dichiarato Massimo Calearo, deputato veneto del Pd, la mozione vicentina chiede solo che gli aspiranti presidi veneti possano «competere ad armi pari con quelli del resto del Paese». A cosa è servito in questo caso evocare il razzismo se non a confondere le cose?

Fonte: Giovanni Belardelli - Corriere della Sera
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