lunedì 17 agosto 2009

I FAN SCRIVONO: "LA CASTA DEGLI INVISIBILI"

Parliamo ancora degli effetti della legge vergogna, la legge 94, ex- ddl sicurezza. È superfluo dire che i soprusi sono cominciati già da un pezzo, che continueranno sempre più forti e che saranno legittimati da un governo cieco e incapace di guardare oltre le proprie azioni. Gli “intellettuali” che hanno forgiato i provvedimenti ora in vigore, che sbraitano contro la criminalità immigrata, la prostituzione immorale, il kebab e il cous-cous non sanno davvero su cosa pontificano, o fanno finta di non saperlo. Sarà chiaro fra poco che questa legge renderà ancora più invisibili diverse categorie di persone, in particolare donne e bambini. È già evidente che siamo una società che non guarda all’integrazione, o peggio, facendo mie le parole di Gianfranco Fini: che pensa agli immigrati come ospiti momentanei, sebbene il cambiamento di rotta del Presidente della Camera non mi convinca appieno.

Ebbene, esistono diversi tipi d’immigrazione tra cui quella momentanea e quella permanente. A volte non è nemmeno l’immigrato a decidere di rimanere o andare; ci sono in gioco fattori come sfruttamento, fuga dalle persecuzioni, tratta della prostituzione o semplicemente desiderio di restare. Non cadiamo nel populismo più spinto che parla di “invasione” e di “occupazione”. Probabilmente esistono persone che “al loro Paese” ci vorrebbero tornare davvero, ma non possono.

Quella che definisco “casta degli invisibili” è una situazione sconosciuta e drammatica che aumenterà a dismisura. Mi riferisco ovviamente ai “sans- papiers” che, d’ora in poi, eviteranno ospedali, luoghi di cura, scuole, piazze, centri di accoglienza e mediazione culturale. Perché sebbene ci siano medici, professori e altre figure professionali che si oppongono alla denuncia coatta, il clandestino è divenuto criminale, e se non sarà il medico a denunciarlo sarà qualcun altro nei paraggi. Ciò implica dunque una chiusura forzata anche da parte degli immigrati poiché, per proteggersi, dovranno imparare a nascondersi, facendo gruppo, affidandosi a medici o presunti tali del mercato nero, lasciando a casa i figli, rinunciando così anche all’unica possibilità di vera integrazione, che passa appunto per la scuola.

Il decreto colpirà soprattutto le donne, è inutile dirlo. Alcune di loro, provenienti da Paesi che lasciano al marito e al padre un potere enorme, rimarranno probabilmente chiuse in casa, senza reti di supporto, senza possibilità di aggregazione e scambio. Penso a Fatima, la ragazza che si è tolta la vita poco prima dell’entrata in vigore del decreto, costretta a nascondersi in casa, senza amicizie e senza possibilità di ottenere un permesso di soggiorno. Fatima è stata anche accusata di essere “tutt’altro che emancipata” da un giornalista del quotidiano di Bergamo, che cercava di addossare la colpa del suicidio alla famiglia, usando come parametri di non- emancipazione il vestito lungo e il velo indossati dalla ragazza al momento del ritrovamento del corpo. In realtà credo che il gesto di Fatima sia stato una diretta conseguenza della negligenza dello Stato verso questo tipo di realtà familiare. Fare lo scaricabarile è facile e comodo, ma forse questo episodio non sarebbe accaduto se Fatima avesse potuto usufruire di una rete di rapporti più larga, che l’avrebbe aiutata a uscire dall’isolamento. Anche una Moschea sarebbe stata utile. Sebbene la Lega si scagli continuamente contro la costruzione di luoghi di culto, vorrei far presente che non costruirne significa anche incoraggiare la comparsa di Imam improvvisati che predicano in qualche casa privata senza alcun controllo da parte delle comunità religiose. La costruzione di Moschee autorizzate darebbe l’accesso a immigrati/e musulmani/e a un luogo che permetterebbe interazione, solidarietà e informazione.

Ma spostiamoci ancora nello scenario conseguenze del DDL. Altre donne altra realtà. Le nigeriane e le ragazze dell’Est che passeggiano la notte per i nostri viali di benpensanti, rimarranno ancora più legate al mondo della prostituzione e alla protezione degli sfruttatori. Da ricordare inoltre che sul fenomeno sfruttamento sessuale il governo cercò di punire la figura della prostituta come “soggetto pericoloso da allontanare”; la frase era di Maroni e la campagna fu indetta dalla nostra ministra per le Pari (?) Opportunità Mara Carfagna che, informatissima sulla vendita del corpo, ha dovuto rimandare la sua caccia alle streghe dopo il tormentone Papi- D’Addario.

Ora sul fenomeno prostituzione sono state sprecate tante parole inquisitorie, senza però osservare bene la realtà. Secondo TRANSCRIME, l’osservatorio dell’università di Trento, il numero di donne prigioniere e sfruttate è in continuo aumento. Nel 2001, in due stime che vanno dal minimo annuale, (inverno), al massimo annuale, (estate), questo numero variava tra le 17.550 alle 35.500 donne vittime del traffico. Nel 2004 questi numeri crescevano: la forchetta passava da 19.710 a 39.420 donne per anno. Queste cifre non corrispondono evidentemente alla realtà della prostituzione. Si sa inoltre che l’Italia detiene un altro record negativo fra i tanti: per ogni 100 uomini con più di quindici anni di età ci sono 115 donne “vittime della tratta a sfruttamento sessuale”. La percentuale è altissima, anche rispetto alla seconda classificata, l’Austria, che conta 86 donne per ogni 100 uomini. Sono inoltre circa 9 milioni gli italiani che usufruiscono si questo “servizio pubblico”, e anche il nostro premier fa onore alla categoria. Di chi è dunque la colpa? Della prostituta, del cliente o della rete che permette lo sfruttamento? Senza contare che la maggior parte delle ragazze di strada è senza permesso di soggiorno, quindi criminale per legge.

Colpire le prostitute per fermare il fenomeno sfruttamento è un concetto talmente idiota da lasciare inebetiti, se non fosse che poi è passata la legge che classifica come criminali tutti i disgraziati senza distinzione di sesso; tutto si spiega. E allora salutiamo l’unico successo della cara Mara, lasciare che gli sfruttati siano arrestati indipendentemente dal sesso, mentre gli sfruttatori restino in libertà.

di Valentina Tomasini
FONTE

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