martedì 11 agosto 2009

Sacre fregature padane

Articolo di Antonio Rispoli
[per gentile concessione dell'autore e del sito julienews.it]

Non era una novità, la Lega Nord, sia pure sommessamente, lo va dicendo da 15 anni che bisogna mantenere il Sud Italia impoverito e legato al Nord. E così, dopo il federalismo di stampo leghista – che tra poco spiegherò nel caso qualcuno si sia distratto – ecco anche le gabbie salariali, che già ci sono, ma che evidentemente non bastano e vanno rese più strette. Se ci mettiamo dall’altra parte la riduzione delle risorse che questo governo ha previsto per le Forze dell’Ordine (3 miliardi tra il 2009 e il 2011) e per i Tribunali (4,3 miliardi nello stesso periodo), unita ad una norma, nel decreto sicurezza, che favorisce l’uscita dei boss mafiosi dal 41 bis, si incominciano a chiarire molte cose. Vediamo perchè.

- Legge sicurezza. Ci si è concentrato molto – giustamente – sul fatto che questa legge reintroduce dopo 70 anni le leggi razziali in Italia; mentre la Lega Nord ha insistito a lungo sul fatto che vengono potenziate le misure contro i condannati al 41 bis. Ma nessuno ha parlato di un articolo, che allunga i tempi del 41 bis da 2 a 4 anni, dopo che un altro provvedimento a novembre l’aveva allungato da 6 mesi a 2 anni. Quello che anche all’epoca, se qualcuno ricorda, era stato reclamato dal governo come un proprio successo perchè era stato stabilizzato il 41 bis. Ma quando Giovanni Falcone e gli altri magistrati studiarono ed idearono questa legge, scelsero di farne un provvedimento della durata solo di sei mesi per un motivo ben preciso: impedire che i boss mafiosi potessero fare ricorso. Vediamo come. Il 41 bis, il cosiddetto “carcere duro” è oggettivamente un provvedimento al limite della Costituzione, in quanto comprime al massimo i diritti di colui che è condannato o in attesa di giudizio. Di conseguenza se ne fece un provvedimento temporaneo, che veniva rinnovato ogni 6 mesi, se ce ne erano le condizioni (e chiaramente le condizioni rimanevano). Un ricorso poi era impossibile. Anche se fosse stato presentato il giorno dopo essere stato notificato all’imputato, non ci sarebbero stati i tempi tecnici per arrivare a discutere il provvedimento davanti la Corte di Appello o la Corte di Cassazione nei 6 mesi; e alla fine il provvedimento sarebbe comunque “morto” e si sarebbe dovuto ricominciare tutto daccapo. Ma con l’allungamento prima a 2 anni e poi a 4 della validità del provvedimento, si può fare. E che decide il Giudice? Non ha molta scelta. O decide che il boss sottoposto al 41 bis continua a comunicare con i suoi sottoposti (e allora deve mandare in galera almeno la metà dei agenti di Polizia Penitenziaria di quel carcere) oppure deve togliere il 41 bis. E una volta che è stato tolto, non si può fare un nuovo provvedimento per lo stesso motivo. Fantasie? Direi di no, visto che è già successo almeno 3 volte. Certo, si trattava di boss con numerosi reati, per cui è stato possibile fare altri provvedimenti che mantenessero il 41 bis, ma non durerà in eterno così.

- Taglio delle risorse a Forze dell’Ordine e Tribunali. Il decreto legge, poi convertito in legge a colpi di fiducia del luglio dell’anno scorso – quello meglio noto e vantato dal governo come “finanziaria triennale” – prevede 3 miliardi di euro in meno per le Forze dell’Ordine e 4,3 miliardi in meno entro il 2010. Questo significherà minori mezzi, minori attrezzature e minore personale, di qualità più bassa, visto che i migliori cercheranno alternative in altri settori. Ed in quest’ottica rientrano le ronde: ovviamente, se non hai più Poliziotti o Carabinieri che sanno fare il loro lavoro, ma hai solo i peggiori che sono rimasti, per dare ai cittadini l’illusione della sicurezza, cosa c’è di meglio che affiancargli squadristi autorizzati? Perchè presto ci saranno uno o due incidenti, in cui rondisti lamenteranno di essere stati attaccati e di non essersi potuti difendere, per cui tutte le belle norme di cui è stato ammantato il provvedimento spariranno.

- Federalismo leghista. Il federalismo voluto dalla Lega si basa su un discorso molto semplice: fino al 1990 il Nord sfruttava il Sud e si arricchiva, adesso che questo non è più possibile, il Nord si tiene la sua ricchezza. Infatti, al di là delle balle che si sentono in TV, il Sud è sempre stata solo una colonia del Nord. Anche i soldi della Cassa per il Mezzogiorno o dell’Agenzia per il Mezzogiorno si possono raggruppare in due gruppi: una parte che sono andati alle società del Nord per far finta di costruire una cattdrale nel deserto, che veniva lasciata rigorosamente incompiuta perchè il pagamento dei soldi da parte dei politici – che avevano intascato le dovute tangenti – avveniva prima del completamento della medesima. L’altra parte veniva data ad aziende ed attività della mafia camorra e ‘ndrangheta. Per tutti, valga l’esempio del cosiddetto “sacco di Palermo“: 1000 miliardi di lire degli anni ‘70 regalati alla mafia dei Corleonesi. Ma ora questo non è più possibile. Allora ecco il nuovo regalo alle mafie: creando il federalismo come la Lega Nord vuole, le uniche fonti di denaro rimangono quelle illegali con cui la mafia è solita riciclare i soldi provenienti dalle sue attività criminali. E così non solo l’economia, ma le intere regioni del Sud andranno sotto il controllo totale della criminalità organizzata. Che, con le ronde autorizzate dai Comuni infiltrati dalla mafia, avrà anche un miglior controllo sulla popolazione. Il vero federalismo è ben altro: prevede forti investimenti, perequazione tra le zone economicamente forti e quelle economicamente deboli, una sovrastruttura di aiuto e salvaguardia sia contro gli eccessi delle Regioni contro lo Stato centrale, sia il contrario. E soprattutto c’è il dato storico. Nessun Paese con uno Stato centrale si è mai trasformato in uno stato federale pacificamente, a meno che non si trattasse di uno Stato centrale artificioso, dovuto alla trasformazione forzata di uno Stato federale, come la Germania: federalista tra il 1870 e il 1935; centralista quando il nazismo raggiunse il culmine; federalista oggi.

- Veniamo alle gabbie salariali. Si basano su un presupposto semplice: se in una parte del Paese il costo della vita è più basso, gli stipendi vengono ridotti di conseguenza. E già l’esposizione di questo concetto dimostra l’assoluta ignoranza in economia di chi in passato l’ha adottato e di chi oggi lo ripropone. Infatti i prezzi bassi non sono mai una variabile indipendente, ma sempre una consegiuenza della situazione economica. In pratica, se in uno stesso Paese si creano queste differenze, è perchè laddove i prezzi sono più bassi c’è più povertà e circola meno denaro. Questo costriunge i negozianti a ridurre al minimo il ricarico sul singolo bene per avere più vendite. Ed ecco spiegato il motivo della differenza di prezzi. In questa situazione, tagliare i prezzi è una scelta suicida. E’ come curare una persona che è stata morsa da una vipera iniettandogli altro veleno di vipera. L’effetto è prevedibile. Però c’è un altro punto da tenere presente: si dà per scontato che al Sud i prezzi siano più bassi che al Nord. Ma siamo sicuri che le cose stiano così? “Lo dice l’ISTAT e Bankitalia” è la risposta più nota. Peccato che sia una risposta del cavolo, dato che ISTAT e Bankitalia non sanno che significa fare una rilevazione. E’ facilissimo fare la media dei polli di Trilussa (se io mangio due polli e tu zero, abbiamo mangiato un pollo a testa), meno facile è dargli una base che spieghi che c’è chi se ne mangia due e chi zero. Cosa che ISTAT e Bankitalia non fanno. In realtà i prezzi al Sud più bassi ci sono in quelle cose che l’ISTAT esamina e che non fanno parte del vivere quotidiano della stragrande maggioranza dei cittadini del Sud. La cena al ristorante, per esempio, in media costa meno al sud, anche perchè non ci sono locali come il Bilionnaire o di tale livello. E anche quelli di livello alto sono di meno di quelli che si trovano a Milano e Torino, perchè salvo eccezioni sono locali i cui clienti sono politici, camorristi o chi sta in mezzo tra i due. Discorso simile si può fare per esempio per i medici privati, dove però i cittadini del sud vanno di rado, visto che non si possono spendere 150, 200 o più euro (di solito in nero) per una visita privata. E soprattutto vale per le case. Non essendoci un grosso mercato di compravendita, i margini di guadagno richiesti sono altissimi, e questo falsa i dati. Ma vediamo i beni di vero largo consumo, quelli che riguardano anche l’operaio. Per esempio l’automobile. Allora un cittadino di Napoli va a chiedere una polizza assicurativa e scopre che deve pagare dal 70% al 200% in più di chi chiede di assicurare la stessa auto a Milano o a Verona. Inoltre le assicurazioni telefoniche o via web spesso rifiutano di assicurare le automobili al sud. Immagino la replica: i dati ISVAP sono diversi. Certo che lo sono, ma i dati ISVAP sono fatti sui dati forniti dalle assicurazioni. Che non coincidono troppo con la realtà, perchè sono misurati su particolari tipologie di assicurazioni poco comuni. Altro costo che il cittaidno del Sud deve affrontare è il caro-benzina: in media al Sud andiamo su 5-10 centesimi di euro al litro in più. Per esempio, di questi tempi sono apparsi gli articoli sulla benzina a 1,35 euro al litro. Ma qui è da un po’ che è difficile trovare una pompa di benzina che venda a meno di 1,4 euro al litro la verde. E le banche? E’ noto che quei pochi prestiti che le banche concedono al sud, li concedono a tassi al limite dell’usura, 4 o 5 punti – e anche di più – superiori alla media nazionale. Ma questi sono dati che – chissà come mai – non rientrano nelle statistiche. Eppure quasi tutti hanno l’automobile, molti chiedono prestiti (usando le carte di credito o i debiti al consumo) e così via. Mentre pochi comprano il palmare, o il telefono satellitare, che invece sono considerati beni i cui prezzi da commisurare.

Può sembrare un lungo ed inutile sproloquio, ma io non ho mai visto nessuno spiegare queste cose, e non vedo molte persone che conoscono questi dettagli, in giro. Le conclusioni? Non ce ne sono. Se fossi un pezzo grosso potrei sottoporre queste cose a qualcuno del governo, se voglio credere che a qualcuno di loro interessi veramente il sud. Ma quello che posso fare è lanciare l’allarme. Poi sta a voi, se vi va, raccoglierlo e diffonderlo.
A.R.

fonte: http://lottantanove.wordpress.com/2009/08/10/sacre-fregature-padane/
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