sabato 8 agosto 2009

Rai allo sbando. Occupata dall’armata berlusconiana

ROMA - Più che un Consiglio di amministrazione, la riunione del vertice Rai sembrava una seduta spiritica. I Consiglieri di opposizione non c’erano per segnalare la gravità di quanto stava per avvenire,viste le proposte del direttore generale per le nomine dei vicedirettori del Tg1 e di Raduno. I nomi indicati non corrispondevano in niente ai criteri auspicati da parte del presidente

Paolo Garimbedti: condivisione da parte del Consiglio, competenza e professionalità, esclusione del ricorso a persone esterne salvo nei casi in cui non fossero rinvenibili all’interno dell’azienda le competenze richieste. Niente di tutto ciò nelle nomine volute dal direttore Mauro Masi, portavoce dei berlusconiani e della Lega. Lo stesso Garimberti ha votato a favore solo sui vicedirettori del Tg1, si è astenuto su tutti quelli di Raduno, salvo il voto contrario su Gianluigi Paragone, calato dall’esterno, per il quale non si può certo dire che copre competenze non esistenti in azienda. Numerosi consiglieri della maggioranza erano presenti solo in spirito e si sono espressi in audio conferenza. Siamo oltre la “normale” lottizzazione, per di più a fronte di un tentativo di svendere la Rai, assoggettarla a Mediaset, l’azienda di Berlusconi. Responsabile di tutto ciò proprio il direttore voluto dal cavaliere, Mauro Masi che ha rotto l’accordo con Sky. I nomi dei prescelti a guidare le sorti di telegiornali pubblici totalmente squalificati, che si caratterizzano per ignorare ogni e qualsiasi notizia che al capo del governo non piaccia, non hanno particolari “doti” professionali. Il loro compito sarà facile: dovranno dare una mano al direttore Minzolini nell’opera di devastazione dell’informazione Rai e in questo i loro curricola danno assicurazioni. Per quanto riguarda, il direttore protempore di Libero, Gianluigi Paragone, sbarcato alla Rai da Masi, il presidente non ha retto all’urto ed ha votato contro.

Gli auspici di Garimberti come il due a briscola

Un voto espresso in coerenza - si fa sapere negli ambienti della presidenza Rai - con quanto nei giorni scorsi lo stesso Garimberti aveva annunciato, e cioè che non avrebbe più avallato decisioni del Cda in assenza di piena condivisione al suo interno, e in particolare nel momento in cui le nomine avrebbero riguardato risorse esterne all'azienda di Viale Mazzini. Garimberti ha anche auspicato un "chiarimento complessivo" della posizione della Rai da parte del direttore generale Mauro Masi sulla questione Sky. Ma l’auspicio di Garimberti, ci spiace dirlo, è come la scoperta dell’acqua calda.Conta come il due a briscola. Ci vorrebbe qualcosa di più, magari anche da parte del presidente della Commissione di Vigilanza, Segio Zavoli, viste le forti preoccupazioni e perplessità espresse dal Presidente della Repubblica il quale non ha avuto ancora alcuna risposta in merito alla rottura delle trattative con Sky. Dello sbando di questa Rai occupata militarmente dal presidente del Consiglio e dai suoi accoliti, asservita a Mediaset, viene un segnale inquietante dal Comitato di redazione del Tg1. In un comunicato l’organismo sindacale denuncia che “nella rosa proposta dal direttore non trovano conferma Raffaele Genah e Roberto Rossetti, due colleghi di lunga e provata professionalita'. E ciò risulta ancora più incomprensibile di fronte alla decisione del direttore di avvalersi solo di cinque vicedirettori lasciando vacante una posizione. Il cdr del Tg1 rileva inoltre che la logica dello spoil system continua a prevalere in ogni stagione grazie a una legge che assegna alla politica il totale controllo della Rai. Ci aspettiamo che l'azienda, in accordo con la direzione, valorizzi la professionalità e l'esperienza dei colleghi non confermati nella squadra della direzione". Visto che Garimberti ha votato a favore, c’è da pensare che sia rimasto vittima di una svista, una dimenticanza. Ma ,anche se così fosse, resta la gravità dei fatti denunciati dal Cdr. Le reazioni alla “ seduta spiritica” del Cda non si sono fatte attendere.

Una sfida al Presidente della Repubblica

Giuseppe Giuletti, portavoce di articolo 21 va giù di brutto: "Il modo in cui oggi la maggioranza del Cda Rai ha proceduto a nominare i vicedirettori dei tg, ignorando la richiesta di affrontare il caso della trattativa con Sky rappresenta una sfida al presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. Visto che le autorita' di garanzia sembrano essere già in ferie non ci resta che rivolgerci alla stampa estera che si mostra molto più sensibile alla vera emergenza del nostro Paese. In queste ore – conclude – si assiste ad un salto di qualità da parte del polo unico Mediaset-Rai nella gestione a piacimento del premier di sei reti nazionali".

"E' stata abrogata di fatto la riforma della Rai del '75. Con le nomine di oggi siamo tornati al clima del 1980, quando con un colpo di mano furono promossi direttori e vice fedeli ed osservanti. Allora come oggi si concludeva una stagione di speranza e si apriva una fase di regime". Così il senatore Pd, Vincenzo Vita, della commissione di vigilanza Rai. Tra l'altro, annuncia che " in commissione parlamentare di vigilanza verrà chiesto come mai sono stati indicati con ruoli apicali professionisti esterni mentre vi era una chiara indicazione del giudice del lavoro di reintegrare figure interne gia' provvisti di un ruolo gerarchico adeguato: ad esempio Oliviero Beha, Stefano Gigotti, Gilberto Squizzato e numerosi altri. Per di piu' il Presidente e alcuni consiglieri hanno differenziato il loro voto. La Rai non doveva forse risparmiare?". “ E assai grave – conclude – che il fantomatico Consiglio di amministrazione di oggi non abbia discusso del caso oscuro di Sky, sul quale ancora il Direttore Generale della Rai deve dare una versione plausibile. A meno che la controriforma del servizio pubblico sia arrivata al punto che qualche esponente del governo intervenga direttamente a definire strategie e alleanze dell'Azienda di Stato".

"Uno scandaloso colpo di mano": cosi' Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Idv, commenta le nomine. "Il centrodestra- afferma- non ha alcuna remora e occupa militarmente l'azienda, mettendo l'informazione sotto il suo totale controllo e mortificando le professionalità interne. E' chiaro che Berlusconi vuole una Rai asservita per imbonire l'opinione pubblica in un periodo difficile, segnato dalla crisi economica e dalle difficoltà di imprese e famiglie".

di Alessandro Cardulli

http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view;=article&id;=5923:rai-allo-sbando-occupata-dallarmata-berlusconiana&catid;=89:media&Itemid;=290
FONTE

Nessun commento:

Posta un commento