sabato 8 agosto 2009

La Sinistra e' al PRONTO SOCCORSO

di Peter Gomez e Antonio Massari
7 agosto 2009
Consulenze. Finanziamenti elettorali. Appalti. E ospedali, nomine dei primari. Tutto sotto il controllo di un sistema trasversale. Ora nel mirino dei pm. Ad Altamura, una bella e antica cittadina a 50 chilometri da Bari, circola una foto.

È l'immagine di un comizio di Nichi Vendola tenuto durante la campagna per le elezioni provinciali di giugno 2009. Nichi è sul palco. Parla appassionatamente, mentre si sta mettendo a piovere. Gli sorregge l'ombrello Lello Crivelli, fino a pochi mesi fa membro del direttivo nazionale di Rifondazione comunista ed adesso in Sinistra e Libertà. Appena più in alto, nel buio della notte, si scorge su un balcone la figura di un uomo grasso e imponente che assiste silenzioso alla scena. È l'ex datore di lavoro di Crivelli, Carlo Dante Colummella, il patron della Tradeco e di una serie di società specializzate nel trasporto e lo smaltimento di rifiuti anche ospedalieri, da più di un anno al centro delle inchieste del pm barese antimafia Desirè Digeronimo.

Ecco, se si vuole capire che cosa sta accadendo in Puglia, dove il centrosinistra è messo nell'angolo dall'esplodere di una nuova questione morale, si deve partire da qui. Da Altamura e da quella foto. Dietro quello scatto - ora che le indagini cercano di far luce sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nei partiti, sulle mazzette e sui conflitti d'interesse di qualche assessore regionale - si nasconde infatti una domanda tutta politica: il governatore poteva non rendersi conto di quanto gli accadeva intorno?

Il caso di Altamura è in questo senso emblematico. L'inchiesta della Digeronimo parte da una serie di minacce e attentati subiti da un giornalista di una radio privata, Alessio Dipalo, che dai microfoni di Radio Regio metteva alla berlina i potentati del paese e muoveva contro la Tradeco accuse di ogni tipo. Dipalo prima è stato blandito dagli uomini di Colummella con offerte di lavoro. Poi si è incontrato con lui, dopo le pressanti richieste di un boss dei clan locali, e ha visto il cognato dell'imprenditore dei rifiuti, un maggiorente del Pd di Altamura, fare pressioni perché l'emittente cessasse la sua campagna. Infine, nel luglio 2006, subito dopo aver denunciato con un collega, Cosimo Forina, come la Tradeco stesse per aprire una nuova discarica proprio accanto a un sito archeologico, è stato prima pestato a sangue da due malavitosi (uno dei quali oggi pentito) e poi, una mattina, ha ritrovato la propria auto distrutta dalle fiamme.

A quel punto Dipalo si è trasformato in testimone. Ha raccontato al pm Digeronimo come, secondo lui, funzionava e funziona il sistema Tradeco. Ha spiegato come Colummella da semplice meccanico fosse divenuto milionario, fino ad arrivare a lavorare al fianco della Cogeam del presidente di Confidustria Emma Marcegaglia nella costruzione di termovalorizzatori. Ha ricordato che tra i dipendenti o i consulenti delle sue aziende ci sono decine di politici di destra, di centro e di sinistra. Ha ricostruito tutti i passaggi salienti della campagna di Radio Regio contro le discariche. E oggi rivela a 'L'espresso' anche un episodio inedito: l'offerta di una consulenza da 20 mila euro come addetto stampa fattagli, dopo una dura polemica radiofonica sull'inquinamento del suolo, dall'ex direttore della Asl di Bari, Lea Cosentino. La manager costretta in luglio alle dimissioni da Vendola dopo che il suo nome era comparso in un'indagine sugli ospedali pugliesi. Ma non è tutto. Il giornalista parla anche degli appoggi garantiti al big boss della Tradeco da Alberto Tedesco, l'ex assessore alla Sanità della giunta Vendola, ora indagato con altre 14 persone per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione, al falso e alla truffa.

Per Dipalo, che spiega come un pezzo importante dello staff del governatore - dalla sua segretaria particolare al suo portavoce - sia originario di Altamura, è impossibile che Vendola non sapesse con chi aveva a che fare. "Parlo dal punto di vista politico", dice, "da quello penale, nemmeno mi interessa. A scoprire come sono andate le cose ci penserà il pubblico ministero".

Non per niente il pm Digeronimo indaga sul trasporto dei rifiuti ospedalieri e su varie società, una delle quali guidata fino allo scorso anno da Crivelli. Ed è proprio seguendo la traccia dei rifiuti che s'imbatte nel filone della malasanità. Mette sotto controllo i telefoni e scopre i retroscena dell'assessorato. Gli appalti, le nomine dei primari, gli uomini chiave: tutto, o quasi, appare suddiviso secondo logiche politiche tra destra e sinistra. Il sistema, insomma, è trasversale.

Un dato che 'L'espresso' ha potuto verificate ricostruendo la storia della Svim service, una società d'informatica che nel gennaio del 2008 si è aggiudicata una commessa da 49 milioni di euro: la riprogettazione del sistema informativo sanitario pugliese che la Svim già aveva in gestione. L'amministratore delegato dell'azienda di servizi è Giancarlo Di Paola, il fratello di un manager già coinvolto nelle inchieste sull'ex governatore di centrodestra e attuale ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto. Direttore generale, fino a qualche anno fa, era invece Francesco Saponaro, l'assessore al Bilancio della prima giunta Vendola, prudentemente dimissionato in giugno quando esplode l'indagine sulla sanità. Spulciando i bilanci della società si fanno poi delle scoperte interessanti: la Svim tra il 2004 e il 2005, a ridosso delle elezioni regionali, ha finanziato sia i partiti di destra che quelli di sinistra. Qualche esempio: alla Puglia prima di tutto di Fitto vanno 10 mila euro. Altri 15 mila finiscono invece nelle casse della lista dei Socialisti autonomisti del futuro assessore e oggi parlamentare del Pd, Tedesco. Cinquemila euro vengono poi versati a favore di un candidato di An e 10 mila vengono addirittura spesi per Officina metropolitana, un'associazione legata al Comitato per Vendola presidente.

Tutto è regolare, tutto è registrato. Ma la vicenda è un altro indizio della trasversalità con cui in Puglia vengono conclusi gli affari con la pubblica amministrazione. Non è insomma un caso se, il 2 agosto, i carabinieri del nucleo operativo hanno prelevato i bilanci di tutti i partiti del centrosinistra (Idv esclusa) alle ultima tornata delle amministrative. Bisogna capire se appalti e finanziamenti nascondano uno scambio di favori.

La questione, insomma, è sia giudiziaria che politica. Un po' come appariva all'inizio il caso Tedesco. Nel 2005, quando l'ex socialista era stato imposto come assessore alla Sanità dai dalemiani, Vendola non si era scandalizzato per il suo conflitto d'interessi: i familiari che allora gestivano quattro società fornitrici di protesi agli ospedali. E quando l'Italia dei Valori aveva denunciato il rischio commistione tra i suoi affari privati e quelli pubblici, Vendola si era schierato dalla sua parte. Peggio aveva poi fatto il Pd. Quando l'indagine sull'assessore era ormai pubblica, al Parlamento europeo era stato candidato Paolo De Castro che, una volta eletto, avrebbe lasciato la sua poltrona di senatore proprio a Tedesco, garantendogli di fatto l'immunità da un eventuale arresto. Certo, una strada diversa da quella scelta oggi da Vendola, che a giugno fa fuori quattro assessori e il 4 agosto rivendica la sua reazione sulla questione morale: "Se uno vede le delibere della regione Puglia degli ultimi mesi, potrà descrivere la parabola di una rivoluzione anche dal punto di vista della trasparenza, del controllo e degli appalti". Nella speranza che non sia partita troppo tardi.

fonte: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/18532/
FONTE

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