domenica 9 agosto 2009

Gli scoop in ritardo sulle sanitopoli d'Italia

Cos'hanno in comune l'onorevole Sabatino Aracu (PDL), l'onorevole Fabrizio Cicchitto (PDL), l'onorevole Denis Verdini (PDL), gli ex Presidenti di Regione Abruzzo Giovanni Pace (PDL) e Ottaviano Del Turco (PD), il ministro Raffaele Fitto (PDL), l'onorevole Alberto Tedesco (PD) e l'onorevole Giuseppe Ciarrapico (PDL)?

Forse tutto. O forse niente. Ma di sicuro, almeno per ora, sembra esistere un unico filo conduttore che lega questi protagonisti in una storia che non riesce ad avere una fine. E forse nemmeno un inizio.

Lo scoop dell'Espresso annunciato ieri dal sito internet del settimanale e dal quotidiano La Repubblica ha fatto in pochissimi minuti il giro della penisola e ha risvegliato con un brusco sussulto gran parte della classe politica italiana, da giorni in vacanza: l'onorevole Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera per il Popolo della Libertà, si ritrova invischiato nelle indagini della Procura di Pescara sulla "sanitopoli" abruzzese.
Il settimanale pubblica in esclusiva, oltre alla notizia dell'indagine a carico dell'esponente di centrodestra, un memoriale scritto dall'ex moglie dell'onorevole Sabatino Aracu, Maria Maurizio, indirizzata al PM Trifuoggi in cui tira in ballo diversi presunti reati commessi dai due onorevoli colleghi di partito.

Le accuse della Maurizio sono molteplici: vanno dalle presunte tangenti della sanità intascate da Aracu e Cicchitto alla compravendita di candidature parlamentari, dal pagamento di dirigenti di INPS, Telecom ed Enel al peculato e a falsi rimborsi spese.
La più "corposa" è senza dubbio la prima, che finisce per portare all'iscrizione nel registro degli indagati del big del PDL Cicchitto (Aracu risulta indagato dai tempi dell'arresto di Del Turco).

Sono sufficienti le accuse di una ex moglie dell'onorevole Aracu (accuse non comprovabili stando a quanto dichiara la stessa Maurizio) per dar vita ad un sensazionalismo giornalistico inatteso.

E' una conseguenza naturale, ma c'è da chiedersi perché. E' obbligatorio chiederselo dal momento che i nomi di Cicchitto e di un altro grandissimo esponente nazionale del PDL, il coordinatore nazionale Denis Verdini, sono entrati nella vicenda della "tangentopoli" abruzzese più di un anno fa.

Possibile che tutta l'informazione nazionale si sia accorta della presenza di Cicchitto solo oggi, quando 13 mesi fa accuse ben più comprovabili venivano lanciate da chi nello scandalo era realmente coinvolto?
Perché questo scoop estemporaneo? Perché questo silenzio così lungo?

Nel luglio 2008, nei tanti interrogatori di fronte ai PM, il manager della clinica privata Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, il super-teste nel caso "Pace-Del Turco", indagato assieme ad altri 39 tra manager e politici, l'uomo le cui testimonianze si sono rivelate fondamentali per gli arresti e gli avvisi di garanzia, dichiarava:
"Conga (l'ex manager della ASL di Chieti, ndr) viene come estroflessione di Aracu, prima di Dell’Elce (ex tesoriere di Forza Italia, ndr). Poi quando Dell’Elce subisce l’incidente (in elicottero, ndr) passa nei bagagli dell’altro".

Quando gli viene chiesto il ruolo di Aracu nella vicenda, Angelini risponde:
"Era il capo di Forza Italia in Abruzzo per delega fondamentalmente della corrente Cicchitto, tanto per essere chiari. [Cicchitto] è stato il suo grande protettore anche quando voi gli avete scoperchiato qualche pentolina che non riguardava me e in quella circostanza lo ha blindato, come voi ben sapete".

Ad aggiungere benzina sul fuoco fu, pochi giorni dopo, un altro indagato, l'ex manager della FIRA (Finanziaria Regionale Abruzzese) ai tempi di Pace e "consulente ombra" ai tempi di Del Turco (un altro degli infiniti anelli di congiunzione tra i due ex Presidenti), Giancarlo Masciarelli:
"Il sistema sanità in Abruzzo è come la maxitangente Enimont, in tutti questi anni il giro di Tangenti è stato almeno di 400 milioni di euro".
Il giornalista de Il Riformista, Fabrizio D'Esposito, che va ad intervistarlo in carcere, riporta le confessioni fattegli da Masciarelli ed afferma:
"Secondo Masciarelli la sanità dell'Abruzzo sarebbe stata una sorte di cassaforte del gruppo forzista che faceva capo a Fabrizio Cicchitto, ex vicecoordinatore nazionale degli azzurri, al deputato Sabatino Aracu e anche a Denis Verdini, attuale coordinatore di Forza Italia. E nel calderone Masciarelli ci butta dentro anche il figlio dell'ex ministro Beppe Pisanu, "la testa di una delle ditte vincitrici di appalti sanitari", Giuseppe Ciarrapico, "re delle acque minerali, indicato però come concusso per ottenere i servizi alberghieri dell'Asl di Chieti", ma anche Giovanni Pace, ex presidente di Regione".

A completare il trio arriva una inattesa dichiarazione di Carlo Taormina, allora legale di Masciarelli, le cui parole in questo caso sono al di fuori di ogni possibile pregiudizio:
"Le parole di Angelini sono oro colato. In questa vicenda è coinvolto l'intero arco costituzionale e sarei in grado di provarlo, se fossi svincolato dal segreto professionale".

A questo punto viene logico chiedersi perché le confessioni di 2 indagati e di un legale insospettabile (proprio perché tra i "creatori" di Forza Italia), rilasciate più di un anno fa, sono finite nel dimenticatoio dell'informazione nazionale. Perché le dichiarazioni dell'ex moglie dell'onorevole Aracu meritano, com'è giusto, le prime pagine di tutti i quotidiani nazionali, mentre quelle di persone direttamente coinvolte vengono cancellate dalla memoria collettiva?

Il filo comune non è ancora completo però. Resta da capire perché in questa vicenda entrano in ballo Fitto e Tedesco.
Nella vicenda il loro ruolo è indiretto. Si tratta più che altro di un legame involontario, a distanza, che vede la presenza di anelli di congiunzione intermedi tra la sanitopoli abruzzese e quella pugliese.
L'anello di congiunzione è un anello molto forte. Tanto quanto lo sono gli altri anelli ai bordi. Si tratta della famiglia Angelucci, gruppo leader delle cliniche private di mezza Italia, dal Lazio alla Puglia e all'Abruzzo.

Gli Angelucci, il "piccolo" Giampaolo ed il padre Antonio, deputato della Repubblica per il Popolo della Libertà, sono stati tirati in ballo proprio nell'ordinanza d'arresto a danno di Ottaviano Del Turco, nella quale si legge:
"Sull'utenza di quest’ultimo (Antonio Boschetti, assessore alle Attività Produttive nella giunta Del Turco, ndr) sono state intercettate telefonate che «dimostravano un suo significativo interesse per la Tosinvest Spa per la quale si impegnava attivamente in occasione del Piano Sanitario regionale attraverso la formulazione e l'approvazione di emendamenti in favore della casa di cura San Raffaele di Sulmona, gruppo Tosinvest".

La Tosinvest è l'azienda di proprietà degli Angelucci. Ed è la stessa per cui gli Angelucci sono indagati, assieme al Ministro Raffaele Fitto, per lo scandalo sanitopoli pugliese, lo stesso che da qualche mese ha visto spuntare fuori il nome dell'ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco (PD).

In relazione alla "sanitopoli" abruzzese, la Procura di Velletri il 4 febbraio 2009 chiedeva l'autorizzazione agli arresti domiciliari per Antonio Angelucci (Giampaolo vi era già stato tratto in precedenza): la Giunta per le Autorizzazioni rifiutava a grande maggioranza di concedere il permesso, con il solo voto favorevole alla procedura d'arresto da parte del gruppo dell'Italia dei Valori e del deputato del PD Maurizio Turco.

Nonostante tutto questo, uno sport tipico in questo paese consiste nel lamentarsi del conflitto tra le parti e del mancato dialogo. Dialogo che a quanto pare non sembrerebbe mancare.
Ma d'altronde sarà sì uno sport, ma in Italia, per questo genere di "giochi", manca sempre l'arbitro.

http://alessandrotauro.blogspot.com/2009/08/gli-scoop-in-ritardo-sulle-sanitopoli.html

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