domenica 2 agosto 2009

Tradimenti e papelli

di Concita De Gregorio

È un giornale ricco, quello di oggi, da leggere con attenzione. Ci sono, per cominciare, le parole di Massimo Ciancimino figlio del defunto don Vito: «Era l'autunno del 1992. Mio padre chiese a quei due ufficiali del Ros dei carabinieri che incontrava spesso, il colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno, le mappe di una zona ben precisa di Palermo. Sono stato io a fotocopiarle e so che, attraverso un intermediario, arrivarono al signor Lo Verde, cioè a Bernardo Provenzano». Massimo Ciancimino non è un pentito, tiene a chiarirlo e ne ha qualche ragione: «Sono un uomo d'affari e non ho nulla di cui pentirmi. Sono stato testimone di alcuni fatti e li racconto ai magistrati». Fu Bernardo Provenzano a indicare a Mori e a De Donno - allo Stato - la mappa del rifugio di Riina, dice. Dunque l'arresto del Capo dei capi non fu reso possibile dalle rivelazioni del pentito Balduccio Di Maggio. Comunque, non furono determinanti. L'elemento decisivo fu un tradimento ai vertici di Cosa Nostra. Un tradimento favorito da don Vito, il tramite più autorevole tra gli ambienti mafiosi e quelli politici. «Mio padre diceva che Riina era come impazzito. Si sentiva il re della Sicilia», continua Ciancimino che sostiene di essere stato testimone delle trattativa fra Stato e mafia, di avere le carte, offre nuovi dettagli sull'ormai celebre «papello». Si apre così a davvero tanti anni di distanza un nuovo capitolo - il vecchio capitolo, certo - mai scritto fino in fondo. Ne parla per noi Nicola Tranfaglia, storico esperto di cose di mafia autore di libri tradotti nel mondo. Ne parla, a suo modo, Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, siciliana, con un racconto che è il seguito ideale di quello di pubblicato giorni fa sul barbiere del suo paese («Non sono un santo», titolammo) e che parla di pupi e di pupari.
Ci sono sul giornale, le cronache sul braccio di ferro che ha luogo in Italia sulla pillola abortiva. Il Vaticano minaccia di scomunicare chi la usi. Registriamo lo stato dei fatti, le opinioni di Emma Bonino e di Paola Binetti, la posizione di Ignazio Marino, candidato alla guida del Pd e medico chirurgo, che nell'occasione offre pane per i denti di chi ha armato una campagna diffamatoria nei suoi confronti e parla di relazioni tra istituzioni e mafia, a Sud, quanto alla sanità da sempre enorme bacino d'affari. Vi diamo conto con dovizia di particolari dell'inchiesta in corso a questo proposito a Bari che coinvolge esponenti di centrosinistra di cui scrive, in specie a proposito del senatore Tedesco, Enrico Fierro. Una questione morale esiste, come è del tutto evidente, e spetta ora a chi ha influenza e controllo sulla sinistra pugliese fare piazza pulita dei sospetti. Oggi Massimo D'Alema è atteso a Bari, darà senz'altro un'indicazione di rotta.
Vi consiglio di leggere l'intervista di Maria Zegarelli a don Gallo sulla questione aperta dai teodem per la pubblicazione di una striscia a fumetti sull'Unità - tema, il battesimo - e la nuova striscia che trovate da oggi, quella della libanese Zeina Abirached, bellissima. Per il Calendario del popolo la parola «Esilio» di Moni Ovadia, l'inizio di una trilogia su Romeo e Giulietta di Giovanni Nucci, l'altra estate di Andrea Satta e Sergio Staino. Buona giornata, in ogni caso.






Fonte: http://concita.blog.unita.it
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