sabato 8 agosto 2009

Lui mente, tu paghi, Silvio incassa

PIOVONO RANE - Rubrica di Alessandro Gilioli

Si dice che durante la guerra contro l’Iraq, gli ayatollah iraniani mandassero i ragazzini a camminare davanti ai carrarmati: così, se c’era una mina, saltavano loro e il cingolato era salvo.

Bene: ora, in Italia, Berlusconi sta usando la Rai esattamente nello stesso modo. Nella sua guerra contro Murdoch, manda avanti la tivù di Stato facendole perdere ascolti e denaro, al solo scopo di preservare il suo cingolato, cioè Mediaset.

Se volete una prova plastica di questa strategia realizzata a spese nostre - visto che la Rai la manteniamo noi- leggetevi l’articolo su “Libero” di oggi del nuovo vicedirettore di Raiuno, Gianluigi Paragone. Un misto di bugie e di incompetenza che ha dell’incredibile.

Paragone infatti spiega che la Rai fa benissimo a togliere i suoi canali satellitari a Sky perché, se inclusi nel pacchetto Sky, - «regalano opportunità di raccolta pubblicitaria a un concorrente. Come se uno vendesse un giornale fatto per un terzo da articolo scritti dai suoi giornalisti, per un terzo da articoli di Libero e per un terzo da articoli del Corriere, poi lo porta in edicola e presso gli inserzionisti pubblicitari piazzandolo come un suo prodotto. In poche parole quelli di Sky salgono sulla giostra di viale Mazzini e non pagano il biglietto: geni loro o pirla gli altri».

Ora, in questo capoverso Paragone è riuscito a infilare tre balle - o tre grezze - spaventose.

Primo, gli spot pubblicitari che passano sui canali Rai attraverso la piattaforma Sky non vengono pagati a Sky ma alla Rai. E’ stupefacente che Paragone non lo sappia, o finga di non saperlo. La Rai fa il sei per cento di audience sulla piattaforma Sky e quindi incassa circa 140-150 milioni di euro l’anno grazie al passaggio sulla piattaforma Sky.

Secondo, sulla “giostra della Rai” quelli di Sky pagavano il biglietto eccome. Cinquanta milioni di euro l’anno, secondo l’ultima proposta rifiutata da viale Mazzini al solo scopo di fare un favore a Berlusconi. Cinquanta milioni di euro che ora la Rai non incasserà più, peggiorando vistosamente i suoi conti già in rosso.

Terzo, per legge in Italia la Rai è un servizio pubblico (so che fa ridere ma è così). E per legge il servizio pubblico deve raggiungere tutti. Quindi ha l’obbligo di andare via satellite nelle zone non raggiunte dal digitale terrestre. Pur di impoverire il pacchetto Sky, ora quindi la Rai è costretta a pagare di tasca propria una nuova piattaforma satellitare, Tivùsat, fatta in joint venture con una’azienda che in teoria dovrebbe essere una concorrente, cioè Mediaset.

Nella sua sesquipedale ignoranza, tutto l’articolo di Paragone ha in realtà un solo scopo: quello di andare contro Sky, che Berlusconi considera il suo vero concorrente.

In altre parole: il proprietario di Mediaset, entrato a Palazzo Chigi, usa il suo potere politico per nominare alla Rai uomini che facciano la guerra al suo concorrente privato, Sky. E, pur di combattere Murdoch, fa perdere centinaia di milioni alla Rai, che tanto non è mica sua, la pagano i contribuenti.

Poi qualcuno dice che il conflitto d’interessi non esiste.

(tutto ciò tralasciando il fatto che da oggi con il nostro canone paghiamo pingue stipendio, auto blu e chauffeur a uno che, com’è evidente, non sa una mazza di televisione. In compenso capisce tutto di Internet, essendo autore tra l’altro del seguente sublime pensiero: «Fino a che punto è giusto che internet sfugga a un qualsivoglia controllo? Mi dicono: fermare la rete è impossibile. E’ talmente vero che infatti ci riescono solo i cinesi, spesso maestri di censura. Ci sarà una via di mezzo oppure siamo costretti ad assistere al declino di un mezzo potenzialmente stupendo e aperto in una sorta discarica? Internet copre sconcezze e barbarie (un solo esempio: la pedofilia) perché garantisce l’anonimato».

fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/08/07/lui-mente-tu-paghi-silvio-incassa/
FONTE

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