mercoledì 5 agosto 2009

Giro di poltrone fra gli stipendiati del Sultano. 15 milioni per Feltri al Giornale

ROMA – Se qualcuno ancora si chiede da dove provenga tutto quel fervore a favore di Berlusconi da parte dei “suoi” giornalisti, troverà una risposta esauriente dalla diffusione delle offerte economiche che il Cavaliere ha messo in campo nel giro di poltrone degli house-organ della casa di Arcore.

A Vittorio Feltri, indomabile “defensor fidei”, giornalista dallo stile compassato ed elegante, il Sultano avrebbe offerto una liquidazione in entrata da 15 milioni più uno stipendio di 3 milioni all’anno per riassumere la direzione de “Il Giornale”. Gli Angelucci, potente famiglia romana di imprenditori del settore sanitario e proprietari di “Libero”, avrebbero rilanciato su Maurizio Belpietro, altro pezzo da novanta del giornalismo arcoriano, dall’imparzialità anglosassone, offrendogli 5 milioni per assumere la direzione del quotidiano orfano di Feltri. Belpietro non ha ancora sciolto la riserva ed è in attesa di un invito a cena del Cavaliere per vagliare un suo eventuale contro-rilancio.

Su queste cifre – non confermate ma nemmeno smentite – lo stesso Feltri ci scherza sopra: “Hanno venduto Kakà per assumermi” ha dichiarato.
Comunque, se fossero vere, supererebbero qualsiasi altro emolumento dei direttori delle grandi testate italiane, visto che gli ultimi dati disponibili ci dicono che il responsabile del “Corriere della Sera” guadagna 1,5 milioni annui, mentre quello di “Repubblica” circa un terzo. In Francia, il direttore di “Le Monde” incassa uno stipendio di 150 mila euro annui, quello di “Libération” 100 mila.

Nel giro vorticoso di poltrone da acquisire, chi ne ha fatto le spese è il povero Mario Giordano, fatto fuori dalla direzione del “Giornale”. Il sempreverde Giordano è forse il più fedele articolista del Sultano, sempre pronto a dimostrare l’indimostrabile. L’estate scorsa si inventò pezzi in cui evidenziava la “bella estate” di Silvio, celebrando l’amore fedele del Cavaliere per Veronica Lario. Qualche settimana dopo, il mandrillo di Villa Certosa veniva immortalato dal fotografo Antonello Zappadu con le sue “girls” sulle ginocchia.

Nel frattempo, Feltri avrebbe promesso al Cavaliere di invertire la caduta di vendite del Giornale. Ma le incognite che le direzioni feltriane si portano appresso non sono poche. Nella sua precedente direzione dell’house organ, negli anni Novanta il pugnace Vittorio si era distinto per la costosa stragiudiziale che costrinse l’editore formale, Paolo Berlusconi, a scucire una vagonata di milioni (di lire) ad Antonio
Di Pietro, per aver pubblicato su di lui notizie false. Per questo motivo il bellicoso ex direttore di “Libero” si adontò, sbattendo la porta di casa e fondando un giornale tutto suo.

Ma, a poco a poco, l’amore è rinato (o forse non era mai finito realmente), un amore disinteressato, si capisce, fino a costringere, il pugnace, ad inventarsi una delle sue famose eco-balle sull’amico Silvio, asserendo che i suoi scandali sessuali fossero falsi semplicemente perché il re arcoriano, in realtà, è impotente. Non sappiamo come l’abbia presa Silvio ma certamente la notizia era infondata, perché Lui, a letto, è un inarrestabile trattore, tanto da sfiancare perfino una donna non di primo pelo come Patrizia D’Addario.

L’arcoriano di ferro, Vittorio, è già pronto per una nuova avventura, che poi proprio nuova non è. Fare del “Giornale” un quotidiano moderno ma soprattutto libero. Libero di inventare.

fonte: http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view;=article&id;=5882:giro-di-poltrone-fra-gli-stipendiati-del-sultano-15-milioni-per-feltri-al-giornale&catid;=89:media&Itemid;=290
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