lunedì 3 agosto 2009

Berlusconi e la Banca Centrale: un affronto al signoraggio

Forse la chiave di volta dello scandalo veline, G8 e quanto altro che ha visto coinvolto Silvio Berlusconi e il suo governo è proprio nel DL anticrisi. Nessuno ce lo spiegherà mai completamente ed è difficile analizzarlo in ogni suo dettaglio comprendendone la portata. Ciò anche perchè è stato concepito come una sorta di brodo primordiale in cui tutto si mescola al tutto ed è difficile assaporare il gusto dei singoli ingredienti.

Tuttavia, almeno una cosa è chiara. Questo dl va contro gli interessi della Banca d’Italia. In un articolo il Governo sta tentando di introdurre una tassazione delle riserve auree proprio della Banca d’Italia. Questa strada ha già avuto lo stop dalla Banca Centrale Europea che ha dato parere negativo.

In dettaglio, l’articolo 14 prevede che “Le plusvalenze iscritte in bilancio derivanti dalla valutazione ai corsi di fine esercizio delle disponibilità in metalli preziosi per uso non industriale di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, anche se depositate presso terzi o risultanti da conti bancari disponibili, escluse quelle conferite in adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza alle Comunità europee, sono assoggettate a tassazione separatamente dall’imponibile complessivo mediante applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e relative addizionali nonche’ dell’imposta regionale sulle attività produttive, con l’aliquota del 6 per cento“.

Gli esperti fanno notare che la Banca d’Italia non viene citata esplicitamente ma è senza ombra di dubbio che proprio la Banca d’Italia fornirà la maggior parte dell’”incasso”. Considerando che questo istituto non è pubblico, nè dello stato nè della collettività, questa tassa andrebbe a colpire una elite che fino ad oggi è sempre stata considerata intoccabile.

A capo della Banca d’Italia, infatti, ci sono Banche che, a loro volta, sono di proprietà dei signori dell’alta finanza. Capitalisti, le cui ricchezze farebbero invidia al prodotto interno lordo di più di qualche nazione. Ovviamente questi signori non li troviamo quasi mai sulle classifiche dei più “ricchi” del pianeta. Ciò perchè le loro ricchezze vengono ben distribuite tra società, fondazioni, scatole a incastro, con una struttura piramidale del potere e del capitale che è difficilmente immaginabile per chi gestisce un unico conto corrente. E’ sufficiente fare riferimento alle diatribe giudiziarie della famiglia Agnelli, tra Marella e Margherita, per comprendere come possano ingarbugliati certi patrimoni.

Il fatto che non si comprendano i singoli meccanismi, però, non implica la non esistenza di un fenomeno, chiamato signoraggio. Le Banche centrali stampano moneta e, facendolo, indebitano gli stati che devono immetterla nel mercato. Su questa moneta, le Banche Centrali guadagnano interessi, sono gli interessi sul debito pubblico. Sono loro a decidere sia la quantità di moneta da stampare, sia il tasso d’interesse a cui farla pagare. I governi, eletti dal popolo, non possono nulla contro le decisioni di questi signori che, di fatto, con il potere che hanno, governano il paese.

Diversi furono i presidenti americani che tentarono di opporsi a questi signori, che esistono in ogni paese in cui vige il capitalismo e che agiscono tanto quanto i membri della nomenclatura comunista, tra questi Lincoln e Kennedy.

Ritornando ai fatti di oggi, non ci meraviglia, quindi, che la Banca Centrale Europea abbia dato parere negativo. Il principale motivo è che la tassazione non si applicherebbe solo alle plusvalenze realizzate, ma solo a quelle maturate.

Semplicficando, vengono tassati profitti che potrebbero non concretizzarsi mai. Perché la Banca d’Italia non vende l’oro nelle riserve, o perché, tra la tassazione e l’eventuale vendita, il prezzo dell’oro può scendere. Di conseguenza, viene a crearsi una situazione che viola il “divieto di finanziamento monetario del settore pubblico da parte della banca centrale”, e limita l’indipendenza della banca centrale, dato che vi è di fatto un trasferimento di fondi arbitrario dalla Banca Centrale allo Stato (che, ricordiamo, il Trattato UE prevede siano soggetti ben distinti, allo scopo di mantenere sotto controllo l’inflazione).

Detta in questi termini la scelta del Governo non sembrerebbe ottimale. Invece non è così. Il potere della Banca d’Italia non è un potere democratico, il cittadino non elegge i suoi membri e non ne è proprietario. Eppure la Banca d’Italia decide il livello di benessere, di ricchezza e di indebitamento, praticamente l’andamento economico, di un paese intero. Ciò fa si che incide in maniera “importante” e “significativa” sulla vita dei singoli.

Aggiungiamo, inoltre, che la crisi economico finanziaria non è nata dalla dissennatezza della popolazione mondiale. Bensì da meccanismi perversi che sono stati creati all’interno di quei gruppi di “scellerati” che controllano e governano le Banche Centrali. E’ lì che siedono e si compiacciono i veri responsabili. Quindi è lì che qualcuno dovrebbe pagare, almeno in parte, il danno procurato.

Qualsiasi critica, di destra o di sinistra, a questo dl anticrisi, nonostante chi scrive non sia berlusconiano, perde importanza e rilevanza, poichè è la prima volta che, negli ultimi anni, un governo tenta di incidere e chiedere conto (nonostante tutto sono briciole) ai “signori del signoraggio”.

Ed è, forse, proprio da questa scelta di governo che nascono gli scandali delle spie prostitute, gli assalti pre elezioni europee alle sedi della Lega Nord, gli avvertimenti su nuovi terremoti governativi dell’elitario D’Alema e gli appelli ed i consigli a Berlusconi di Francesco Cossiga che ha definito Draghi un “mercenario”. In fondo lo sappiamo tutti che Cossiga è fedele solo alla Sacra Romana Chiesa, non al signoraggio.

Adesso si comprendono meglio anche gli sfoghi di Tremonti…

fonte: http://titolando.wordpress.com/2009/07/30/berlusconi-e-la-banca-centrale-un-affronto-al-signoraggio/
FONTE

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