di Concita De Gregorio
La guerra preventiva ai giudici antimafia è cominciata da settimane. Ha dato il via all'offensiva come sempre il premier in persona, i suoi giornali si sono accodati. «Rispolverano persino i rapporti professionali del fratello del generale Mori col gruppo Finivest», hanno scritto pochi giorni fa per sostenere, naturalmente, che è una campagna diffamatoria: da esperti del ramo le riconoscono in via preventiva. È comprensibile che gli esiti delle inchieste parlemitane sulla trattativa fra Stato e Mafia preoccupino assai il presidente del Consiglio e i suoi soci ed amici più fidati, Dell'Utri per primo. L'autunno si annuncia denso di novità, dunque bisogna cominciare col depistare, diffondere nebbie, confondere le carte. Le carte, però, hanno il difetto - finchè non scompaiono, certo - di essere conservate e spesso trasferite in file, ultimamente. Di un file dimenticato vi parliamo oggi. Un file che è adesso sul tavolo della procura di Palermo. Vi si narra dei rapporti di lavoro tra i fratelli di Mori e di Berlusconi, Alberto Mori e Paolo Berlusconi, soci all'inizio degli anni Novanta in una ditta di costruzioni siciliana già oggetto d'indagine per un giro d'affari in odor di mafia. A lungo si è sostenuto che fosse una menzogna, il generale stesso ha smentito in un aula di tribunale che quel Mori fosse suo fratello. Oggi in una relazione della Dia si legge che c'è stato, è vero, un errore di trascrizione materiale quanto al nome di battesimo del fratello di Mori - Alberto e non Giorgio - ma che la persona di cui si tratta è proprio lui: è lui il socio di Paolo Berlusconi nella Co.Ge., a luglio del 1999 oggetto di indagine a proposito di un «tavolo di appalti» con la mafia. Il file dimenticato non è oggi oggetto di una nuova indagine, non c'è altro da sapere quanto a quello: i magistrati di Palermo lo hanno acquisito perché è utile a inquadrare meglio la posizione del generale Mori, lui sì protagonista dell'inchiesta sulla trattativa di cui parla il figlio dell'ex sindaco Vito Ciancimino. L'inchiesta sul «Papello» che conterrebbe le prove dei rapporti tra uomini dello Stato e vertici di Cosa Nostra negli anni terribili delle stragi. Di Mori e del processo nascosto vi abbiamo parlato a lungo qui fin dal gennaio scorso. Continueremo a tenervi aggiornati.
Sono notizie che difficimente sentirete in tv. In Rai da ieri l'unico autorizzato a parlare delle gesta del Presidente del Consiglio è Bruno Vespa. Martedì Berlusconi sarà all'Aquila per la cerimonia di consegna delle prime casette ai terremotati. «Ballarò» avrebbe ripreso la programmazione d'autunno proprio martedì con una puntata sull'Aquila. Niente da fare. Per ordini superiori il programma di Giovanni Floris è annullato, slitta a giovedì: dell'Aquila si occupa già Bruno Vespa con uno Speciale Tg1 ed è opportuno che gli italiani vedano solo quello. La Voce del Padrone. Non poter scegliere se seguire la stessa notizia su RaiUno o su RaiTre è l'evidenza del punto in cui siamo. «Non c'è nulla nell'epoca moderna che influenzi le persone più della televisione», diceva il premier qualche giorno fa a una tv tunisina. Appunto. Spengiamola, ora, e troviamoci in piazza il 19.
fonte: http://concita.blog.unita.it//Notizie_di_Stato_601.shtml
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