di Concita De Gregorio
Si sa che nella vita di una persona pubblica esistono anche impegni privati, ci mancherebbe. Da una pagina dell'agenda di Madeleine Albright, allora segretario di Stato Usa, 28 gennaio 1998: «1) incontrare re Hussein 2) preparare meeting Cina 3) comprare yogurt magro». Da una pagina dell'agenda di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio italiano, 30 luglio 2008: «Inagurazione centrale Enel, colazione 80 anni Cossiga», poi scritti a penna dei nomi: «Troise, Manna, Yushchak, De Girolamo». Mezz'ora a testa, più o meno. Lo yogurt a casa sua lo compra la servitù, si vede.
Di cosa si occupi invece il premier lo chiariscono bene i verbali di Bari: trenta ragazze in diciotto serate tutte procacciate dal venditore di protesi Tarantini. Abbiamo scritto qui che la notte «occupata» da Patrizia D'Addario (la notte di Obama) Berlusconi dovette rinunciare ad un invito in ambasciata Usa. Siamo stati denunciati per questo. Oggi sappiamo anche che il 17 dicembre, il giorno che non potè andare ad una cerimonia del Coni e al Quirinale da Napolitano per via - dice un comunicato di palazzo Chigi - «di un fastidioso strappo muscolare contratto durante la ginnastica mattutina, problema che l'intervento di un fisioterapista non è riuscito a risolvere» è lo stesso giorno in cui Tarantini entrava a palazzo in auto con vetri oscurati portando con sé Linda Santaguida e Camilla Cordeiro Charao «pagando la sola Camilla Corsero Charao che si fermò dal presidente». Forse come fisioterapista.
Ai giovani di An il premier ieri, dopo averli invitati a «non leggere i giornali» (l'attacco ai magistrati nei giorni pari) ha provato come al solito a buttarla in ridere: «Gli italiani mi amano perché mi piacciono le donne». Dire «mi piacciono» appare riduttivo almeno quanto a mole di lavoro. Il pur spiritosissimo Cossiga ha scritto ieri al ministro Maroni per sapere «come sia possibile che i servizi di sicurezza del Presidente non abbiano informato lui o i suoi diretti collaboratori che le signore da lui ospitate nelle proprie residenze erano escort». Non potevano ignorare l'identità delle ospiti. In alternativa si deve supporre che chiunque possa entrare a palazzo Grazioli a vetri oscurati. Provateci: noleggiate un auto ed entrate dicendo mi manda Tarantini. Scriveva qui giorni fa l'esperta di terrorismo internazionale Loretta Napoleoni: come si può escludere che tra le ragazze che entrano ed escono senza controlli non ci sia una Mata Hari infliltrata da servizi segreti di altri paesi, da mafie o criminali? Come si può pensare che non finiscano per ricattare l'utilizzatore finale? Ecco che, menzogne su carta intestata a parte, la condotta privata del premier torna ad essere una questione di interesse pubblico, persino internazionale. Poi si dice: Tarantini portava le ragazze anche al vicepresidente della Regione Puglia Frisullo, Pd. Può darsi ma nel dubbio, intanto, Frisullo è stato estromesso dal governo regionale. Aspetta il corso della giustizia da casa. Berlusconi da palazzo Chigi, sotto l'ombrello del lodo Alfano che lo esenta dall'essere giudicato, ma non dal citare in giudizio chi racconta le sue gesta.
fonte: http://concita.blog.unita.it//Da_Cossiga_a_Yushchak_596.shtml
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