martedì 29 settembre 2009

ius Soli

- di Federica Bianchi -
Postato in Cina, Esteri, Italia il 28 settembre, 2009


Trovo molto sensata e coerente con i tempi attuali la proposta di legge Granata (Pdl)- Sarubbi (Pd) che vuole arretrare il tetto di residenza in Italia necessario per ottenere la cittadinanza a 5 anni da 10 e, soprattutto, far valere per i figli degli immigrati nati in Italia lo ius soli e non più lo ius sanguinis. Ovvero chi nasce su suolo italiano è italiano a tutti gli effetti, indipendentemente dalla cittadinanza dei suoi genitori.

Non ritengo infatti che abbia molto senso dare la cittadinanza a nipoti di italiani che vivono in Argentina e dell’Italia sanno ben poco ma non a bambini “abbronzati” (come direbbe Berlsuconi) che non hammo mai conosciuto un altro paese e un’altra lingua che non siano l’Italia e l’italiano.

Sul numero di anni necessario a ottenere la cittdinanza si può discutere. Sul diritto dei bambini italiani a essere italiani molto meno. Salvo per chi si felicita del paradosso per cui un bambino figlio di genitori clamdestini che è sempre vissuto in Italia, ha fatto le scuole italiane, parla solo italiano, a un certo punto rischia di essere deportatto in qualche paese sperduto dell’Africa di cui non sa niente, a cui non appartiene.

L’attuale legge sull’immigrazione che criminalizza l’illegalità rende ancora più urgente la necessità di fare vigere lo ius soli per i bmabini di immigrati. Sono loro, la nostra nuova generazione di italiani, quelli che - innocentemente - rischiano di perdere di più. E, con loro, tutti noi. I nostri figli inclusi.

Per sconfiggere il razzismo di ogni tipo è necessario promuovere il senso di appartenenza. Un aneddoto personale. Mio figlio frequenta la scuola cinese pomeridiana di piazza Vittorio a Roma. L’altro giorno nella sua classe un paio di bambini hanno cominciato a chiamarlo in cinese “waiguoren” che vuole dire straniero. Lui, nato a Roma, figlio di un’italiana, in classe era considerato straniero. Su che base? Due veramente: Il colore della pelle-la forma degli occhi e la mancanza di senso di appartanenza alla comunità italiana di quei bambini di origine cinese. Entrambi i fattori sono largamente presenti nella nostra cultura dominante: siamo abituati a sentire come straniero chi non ci assomiglia e non consentiamo a chi fa parte integrante della nostra comunità di sentirsi tale fin da subito.

La direzione della legge Granta-Sarubbi va oltre gli steccati di partito e guarda solo all’interesse del nostro Paese.


http://bianchi.blogautore.espresso.repubblica.it/
FONTE

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