venerdì 18 settembre 2009

Lodo Alfano: depositata memoria o avvertimento dall’avvocatura di Stato?

di Luca Rinaldi

“Se la Consulta dichiarerà illegittimo il lodo Alfano ci sarebbero danni a funzioni elettive, che non potrebbero essere esercitate con l’impegno dovuto, quando non si arrivi addirittura alle dimissioni. In ogni caso con danni in gran parte irreparabili. Talvolta la sola minaccia di un procedimento penale puo’ costringere alle dimissioni prima che intervenga una sentenza e anche quando i sospetti diffusi presso la pubblica opinione si sono poi dimostrati infondati”.(AGI)

Così si esprime l’avvocato di Stato, rappresentante della Presidenza del Consiglio, sulla eventualità che il Lodo Alfano, leggina che blocca i processi alle prime quattro cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, del Consiglio, di Camera e Senato), possa essere bocciato dalla Corte Costituzionale il prossimo 6 ottobre.

Nella memoria l’avvocato Glauco Nori cita anche il caso Lockheed che vide implicato, in un caso di corruzione internazionale, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, che diede le dimissioni ancor prima dell’emissione della sentenza. Eppure qui il caso sembra completamente diverso e di tutt’altra fattura.

Se Giovanni Leone si dimise ancor prima della sentenza, sotto pressioni del PCI, qui di sentenze a carico del Presidente del Consiglio ce ne sono, ed anche più di una, partendo da quelle cadute in prescrizione, passando per quelle amnistiate (falsa testimonianza sul caso P2 e sui terreni di Macherio con falso in bilancio), fino alle archiviazioni sulle stragi del 1992-’93 ed al concorso esterno in associazione mafiosa, dove Marcello Dell’Utri è stato dichiarato colpevole in primo grado. L’archiviazione non è sentenza di assoluzione, non esiste infatti “l’assoluzione per archiviazione” come spesso si sente dire.

Il Lodo Alfano ad oggi interviene sul processo Mills (corruzione in atti giudiziari) e la corruzione di alcuni senatori per sancire la caduta del Governo Prodi. Perciò abbiamo due fatti che potrebbero smentire la memoria di Nori: Berlusconi non si dimetterà mai prima della sentenza definitiva e forse nemmeno dopo, e l’andamento contrario dell’opinione pubblica non gli ha mai impedito di andare nella direzione desiderata, quindi anche il passaggio della memoria dove si dice che il parere contrario sul Lodo Alfano potrebbe creare “una forte corrente di opinione contraria, che rende quantomeno precarie le condizioni personali di serenita’ che secondo la Costituzione debbono essere assicurate all’interessato”, sarebbe smentita.

Questa più che una memoria ed un parere dell’avvocatura di Stato, pare un avvertimento diretto alla Corte Costituzionale per pronunciarsi positivamente sulla vergognosa immunità elargita dal Lodo Alfano. In attesa del 6 ottobre, aspettiamo l’uscita di altre missive a difesa dell’immunità pensata dal guardagingilli Angelino Jolie Alfano.

Per sancire l’incostituzionalità di questo provvedimento, basterebbe leggersi l’articolo 3, comma 1 della Costituzione Italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Senza dimenticare che le leggi costituzionali possono essere modificate da altre leggi costituzionali, cosa che il Lodo Alfano non è.

Fonte: http://www.thepopuli.it/2009/09/lodo-alfano-depositata-memoria-o-avvocatura-di-stato/
FONTE

1 commento:

  1. Via Napoleone! Basta con sto pedofilo! Si parla sempre fino alla nausea del nazismo e della sua ascesa, ma appunto è l'ascesa che spesso tutti specie i più anziani ripetono fino a nauseare! Ma proprio i più anziani sono i più rincoglioniti, visto che in statistica sono i massimi sostenitori del nanetto mafioso, allora e proprio vero "Sbagliando si impara!" Certo a sbagliare meglio, visto che non c'è l' attenuante del fatto di poter dire : Ma noi non sapevamo........Premetto di essere apolitico altrimenti mi tocca sentirmi dire COMUNISTA!

    RispondiElimina