La ragione per cui è una baggianata si comprende istantaneamente guardando l’andamento del tasso di cambio tra sterlina ed euro:
In sostanza, due anni fa ci volevano 1,4 euro per comprare una sterlina, ora ne bastano 1,1. Quindi, come per magia, il PIL britannico, quando espresso in euro, è andato giù. O, se volete vederla in modo ottimista, il PIL italiano misurato in sterline è andato su. Fine della storia.
Non avevo voglia di scrivere questo post. Il mondo è pieno di demagoghi che cercano di manipolare la presentazione dei risultati economici a proprio vantaggio. Certi trucchi poi sono così banali che passa la voglia di commentarli. Quindi, quando ho visto Berlusconi che si vantava del sorpasso del PIL nominale italiano su quello britannico ho pensato: che palle, ma chi vuoi che ci caschi? È chiaro che si tratta della solita storia del tasso di cambio ballerino.
Ma mi sbagliavo. Dopo un giorno in cui si continuano a vedere titoli trionfali sui giornali e praticamente nessuna menzione del tasso di cambio sterlina/euro sono stato costretto a vincere la pigrizia e mi sono deciso a buttare giù queste due righe per ripristinare un minimo di verità e decenza. Sono stato stimolato da un articolo di Raoul Minetti, un collega professore di economia in Amerika. Il quale si è preso la briga e di certo il gusto non di dare a tutte il consiglio giusto ma di ripescare una vecchia storia del 2003 quando, udite udite, il PIL dell’Italia superò nientepopodimenoche quello della Cina. Mi permetto di citarlo estesamente:
“Durante il 2003 il PIL della Cina crebbe ad un tasso spettacolare del 9.1%; la nostra lumachella Italia sperimentò sempre nel 2003 una modestissima crescita del suo PIL dello 0.3%. … Eppure, alla fine del 2002 la Cina era al sesto posto nella classifica mondiale del PIL davanti all’Italia e, incredibilmente, alla fine del 2003 l’Italia (che in quell’anno era cresciuta 30 volte meno) sorpassò la Cina e divenne di nuovo la sesta economia del mondo davanti alla Cina! … il “sorpasso dopato” fu dovuto ai forti cambiamenti dei tassi di cambio durante il 2003. Quando confrontati a livello internazionale i PIL dei vari paesi vengono convertiti in dollari USA al tasso di cambio corrente. Durante il 2003 l’Euro (in cui si misura il PIL nominale italiano) si apprezzo’ del 20% rispetto al dollaro mentre il tasso di cambio RMB (la valuta cinese) rispetto al dollaro rimase praticamente invariato durante il 2003. In sintesi: a causa del massiccio apprezzamento dell’Euro, nonostante il suo PIL fosse cresciuto solo dello 0.3% rispetto all’anno precedente, l’Italia si trovo’ ad avere un tasso di crescita del suo PIL valutato in dollari di circa il 20%.”
Questo è quello che è successo anche quest’anno. Queste sono le variazioni percentuali annuali del PIL a prezzi costanti di Italia e Regno Unito, dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale.
I dati 2009, ovviamente, sono solo stimati (credo siano un po’ migliorati ultimamente). Il quadro però è chiaro. Il Regno Unito non è la Cina, in termini di tassi di crescita, ma è certo meglio dell’Italia. Però al tempo stesso nell’ultimo anno la sterlina si è svalutata rispetto all’euro. Il ‘’sorpasso” dipende solo e unicamente dalla svalutazione della sterlina.
Per correggere il fattore ”tasso di cambio ballerino” e rendere comparabili i valori tra paesi, il Fondo Monetario Internazionale fornisce statistiche basate sulla parità dei poteri d’acquisto (ne abbiamo già parlato su nFA). Se compariamo il valore assoluto del PIL per Italia e Regno Unito otteniamo la seguente tabella (numeri in miliardi di dollari PPP).
Se invece compariamo i valori pro capite la tabella è la seguente (numeri in dollari PPP):
Quindi, ci spiace, ma nessun sorpasso. Un paio di considerazioni finali.
Primo, è veramente fastidioso essere governati da gente che cerca continuamente di imbrogliarti. Che non sia corretto trarre grandi conclusioni comparando i PIL di due paesi semplicemente moltiplicando per un tasso di cambio è cosa stranota. Questa è la ragione per cui i vari enti internazionali cercano di sviluppare metodologie di confronto basate sulla parità dei poteri d’acquisto. Si può discutere se lo facciano bene o male, sulla bontà dei vari aggiustamenti e delle varie tecniche. Non si può discutere che, in presenza di una forte volatilità del tasso di cambio, non ha molto senso comparare i valori dei PIL in moneta nazionale moltiplicati per il tasso di cambio. Non ha senso esattamente perché succedono cose come quella descritta da Raoul riguardo la Cina o come quella di cui si discute qua: si creano illusioni di crescita o calo dove non ci sono. In particolare, è chiaro che i nostri governanti stanno cercando di far passare l’idea che l’Italia ha superato la Gran Bretagna in PIL nominale grazie alla buona performance economica dell’Italia, favorita (ma c’è bisogno di dirlo?) dal superman che abbiamo come PresDelCons. Non è così. È una balla. È una balla spudorata.
Secondo, ma cosa fa la stampa? In tutti i paesi del mondo i governanti cercano di farsi belli raccontando fregnacce, questa non è certo una prerogativa di Berlusconi. La stampa libera dovrebbe essere lì apposta per impedirlo, spiegando che di fregnacce si tratta e costringendo quindi i politici a evitare di dirle. In Italia sembra esserci un fallimento totale di questo ruolo della stampa. Se i media vicini a Berlusconi passano per buona la storia del sorpasso possiamo sospettare che sia per malafede, e questo è già grave. Ma se lo fanno anche l’Unità e Repubblica allora l’unica spiegazione possibile diventa l’incompetenza. Possibile che nessuno si accorga di queste cose elementari? Possibile che debbano arrivare i professori emigrati in Amerika per fare il punto, orrendamente banale, che il superamento della Gran Bretagna è dovuto alla svalutazione della sterlina? Poi magari ci tocca pure sentirci dire che Berlusconi è un grande comunicatore. Bella forza, può dire qualunque idiozia senza che nessuno lo faccia notare.
Fonte: http://minitrue.it/11/2009/la-baggianata-del-sorpasso-sulla-gran-bretagna/
FONTE
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