Il Sen. Claudio Fazzone ad Annozero dà sfogo al suo teorema vittimistico che non sta in piedi
Iniziamo da una precisazione: noi come Claudio Fazzone non amiamo particolarmente Giuseppe Ciarrapico e mai ci verrebbe in mente di sostenere alcun piano politico del suddetto.
Detto ciò il quotidiano Latina Oggi non è solo un giornale di Ciarrapico: è anche un giornale fatto di e da giornalisti capaci indipendentemente dal proprio editore. Soprattutto il “caso mediatico” sul comune di Fondi (Latina) non lo ha certo “pompato” Latina Oggi ma lo stesso Fazzone. Il problema del caso di Fondi non è la commissione d’accesso che ha scatenato il caso mediatico, ma il lavoro dello stesso Fazzone nel corso di un anno che ha esercitato pressioni a tutti i livelli per impedire lo scioglimento del comune fino a condizionare perlomeno indirettamente lo stesso Consiglio dei Ministri. Se il Senatore di Forza Italia (oggi PDL) non avesse esercitato tali pressioni e la politica del Governo fosse stata in linea con le indicazioni del Prefetto di Latina Bruno Frattasi e dello stesso Ministro dell’Interno Roberto Maroni sarebbe finità lì, com’è successo per Nettuno e tanti altri comuni sciolti per mafia.
Cos’è accaduto invece? Per la prima volta nella storia della Repubblica (ancora unico caso ma chissà se cattivo precedente) il Consiglio dei Ministri ha rifiutato di rispondere sulla richiesta di un Prefetto e del Ministro dell'Interno e della stessa Commissione parlamentare antimafia di sciogliere un comune per mafia. Per inciso: il Governo non ha preso la decisione di NON sciogliere il comune di Fondi. Il Governo non ha deciso e basta e ha protratto per oltre un anno una situazione di stallo. Questo è un errore tremendo agli occhi di chiunque ne capisca qualche cosa di mafia, affari e politica: una giunta comunale altamente sospetta di favorire la mafia (con pagine e pagine di relazione prefettizia che ben spiegano tali influenze) viene lasciata alla guida del Comune per un anno. A chi non verrebbe in mente che un anno in più trascorso su quelle poltrone potrebbe dare modo a certi soggetti di continuare ad operare al fine non solo di favorire la mafia ma anche di insabbiare tutto ciò che è insabbiabile e che ancora non è stato scoperto dalla Commissione d’Accesso? Ma questo sempre per chi “pensa a male”, come noi, evidentemente.
Durante la trasmissione Annozero di giovedì 5 novembre 2009 s’è visto un Italo Bocchino dire che lui sarebbe stato per lo scioglimento del Comune di Fondi anche se poi certe scelte le deve fare la politica ovvero la politica e i partiti dovrebbero evitare di ricandidare o di candidare in generale certi soggetti. Caro Bocchino: preso atto che a Fondi non è stato così che si vuole fare? Perché ora ci sarà da vedere se poi il PDL farà questa scelta per la lista che andrà a candidarsi a Fondi e vedremo quando sono veritiere le affermazioni di Bocchino. Il vero problema è che in realtà quest’atto di forza di Fazzone in tutta la zona pontina è stato letto così: Fazzone è talmente potente che non lo ferma nessuno ed è capace di difendere i suoi amici anche se qualora fossero implicati in indagini di mafia. Quindi la mafia non si può contrastare nel sud pontino con le normali leggi dello Stato in materia di scioglimento dei comuni infiltrati dalla criminalità organizzata. Durante la puntata di Annozero si può sentire un Senatore della Repubblica rispondere riguardo ad attentati incendiari intimidatori e ad autobombe fatte saltare in aria con: “secondo i carabinieri sono beghe tra persone per posti di lavoro e roba privata”. Ma in quale paese le beghe tra persone si risolvono con le autobombe e tutto ciò è normale e non è mafia? Lo stesso Senatore ritiene normale che si possa querelare un Prefetto per via del contenuto della Relazione - che si basa sulle indicazioni di carabinieri, finanzieri, e altri due prefetti -(ma si guarda bene dal farlo realmente: per ora ha solo minacciato di farlo) solo per far credere che ci siano falsità scritte al fine di screditarlo. Egli fa come Berlusconi: quando si attacca Fazzone o i suoi compari politici si attacca Fondi. Vuole far credere agli stessi Fondani che la loro reputazione dipenda dalla reputazione del sindaco Luigi Parisella, della giunta comunale e del Senatore e in nome di ciò monta una teoria tutta sua sperando che faccia presa invertendo il processo decisionale su Fondi.
La puntata di Annozero ieri ha dimenticato un elemento che è invece fondamentale: la figura di Massimo Anastasio Di Fazio e l’operazione Damasco. Il primo è la figura che lega le famiglie di ‘ndrangheta e camorra alla giunta comunale (uscente) di Fondi, l’uomo cerniera. Immobiliarista vicino alla famiglia Izzi (il “pentito” ex assessore del comune di Fondi) e anche vicino al Sindaco, vicesindaco etc… ma soprattutto vicino agli affari della ‘ndrangheta e della camorra casalese. Sia Izzi che Di Fazio hanno anche offerto consulenze nell’ambito dei rifiuti e soprattutto Di Fazio risulta essere implicato in un traffico di rifiuti tossici che dovrebbe arrivare fino in Liberia. Sono note le fotografie di quest’ultimo e dell’ex sindaco di Fondi Luigi Parisella in compagnia di un gruppo di africani (appunto) mentre festeggiavano il presunto accordo insieme anche ad un noto imprenditore del settore rifiuti di Aprilia. Queste circostanze ora vengono o negate o “riviste” dagli interessati (pare che l’ultima versione fosse che c’erano questi africani simpatici che il Sindaco non conosceva nemmeno e che siccome erano simpatici tanto valeva prendersi qualche cosa da bere e un po’ di pasterelle…). Fatto sta che non si è parlato nemmeno del processo “Anni novanta” che è la costola laziale del processo Spartacus famoso dopo “Gomorra”. In quel processo conclusosi recentemente in prima istanza con ergastoli vari a carico di Michele Zagaria e del clan di Ettore Mendico risulta chiaramente l’influenza dei casalesi nel sud pontino da vent’anni e anche il loro interesse in zona per il traffico di rifiuti tossici (come è stato riportato anche dai pentiti Carmine Schiavone e Dario De Simone). Nel servizio di Annozero si fanno vedere alcune ville in costruzione e non si fa riferimento ad altre abitazioni che potrebbero far luce ancor meglio sulla situazione: la villa di Massimo Anastasio Di Fazio confina con quella dei Tripodo (eredi di Don Mico Tripodo, della ‘ndrina perdente nell’ultima guerra di ‘ndrangheta) che hanno anche vicinanza (diremmo addirittura che ospitano) lo stesso Ettore Mendico. Tutti insieme a Fondi. Non si è parlato nemmeno di Vincenzo Garruzzo, arrestato durante l’operazione Damasco da cui è partito tutto il “caso Fondi”. Garruzzo è considerato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Roma, nell'ambito dell'operazione Damasco, colui che effettuava le estorsioni nel MOF di Fondi per conto della ‘ndrangheta: questo personaggio tra le varie minacce usate contro gli operatori del Mof era in uso dire che ospitava presso una delle sue numerose proprietà anche degli amici calabresi (“quelli di Duisburg”). Sarà un caso ma da lì a poco ad Aprilia fu arrestato proprio l’armiere della strage di Duisburg.
In tutto questo parapiglia l’unico interesse del Senatore Fazzone e del suo collega politico Armando Cusani (presidente della provincia di Latina) è stato quello di andare contro il prefetto Frattasi e contro gli organismi istituzionali con ogni mezzo, anche la carta stampata o le televisioni locali (Ciarrapico non è l’unico editore nel Sud Pontino) oltre che con le sue famose querele. Ma non si è limitato a questo visto che più volte questo ex poliziotto prestato alla politica risultava a conoscenza delle mosse degli investigatori prima ancora che venissero effettuate (lo stesso Izzi prima di andare a “vuotare il sacco” ai magistrati della DIA di Roma è stato richiamato dallo stesso Senatore perché ben sapeva con chi avrebbe parlato il giorno dopo) ed è stato politicamente molto attivo anche durante la fase delle indagini dell’operazione Damasco. Ora che è in difficoltà racconta che in realtà ce l’ha con Ciarrapico e Conte, suoi avversari interni al PDL locale tentando di gettare fango sul lavoro di prefetti, carabinieri, finanzieri, magistrati della DIA e via dicendo…
Di sicuro d’ora in poi è ben chiaro che la legalità nel sud pontino è un optional rispetto agli interessi dei politici locali e che non bastano attentati con autobombe, intimidazioni, dubbi suicidi di agenti delle forze dell’ordine e di assessori comunali, ritrovamenti di tonnellate di rifiuti tossici, traffici di droga internazionali passanti per il Mof, traffico d’armi, connubio tra ‘ndrangheta e casalesi etc… per dire che la mafia in provincia di Latina è di casa. Per questo governo bastano le rassicurazioni di un senatore del PDL per dire che non c’è bisogno di intervenire, che poi è la figura politica più potente del posto ed anche quella più vicina agli interessi dei protagonisti di questa vicenda. L’autoassoluzione è un pessimo precedente in questo paese delle banane (o dei Kiwi).
Adele Conte
FONTE
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